8-11 ottobre 1996 - Viaggio studio ai campi di sterminio nazisti in Austria
Questo viaggio ai campi di sterminio ci ha posto di fronte ad atrocità e barbarie inimmaginabili, alle quali nessuno di noi era sufficientemente preparato.
Siamo partiti carichi di entusiasmo, con la voglia di vedere e conoscere luoghi letti solo sui libri e siamo tornati notevolmente arricchiti a livello personale ed emotivamente cambiati.
Visitando i forni crematori, le camere a gas, osservando la Scala della Morte, abbiamo provato senzazioni che vanno dall'odio alla pietà, dal disprezzo alla compassione, dalla tristezza, alla paura.
Molti di noi, uscendo dai campi, hanno provato a chiudere gli occhi e a dar vita a ciò che avevamo visto e udito: in quegli istanti ci siamo sentiti impotenti e colpevoli nei confronti di quelle persone che hanno sofferto a causa dei nostri simili.
E' difficile immaginare come una mente umana sana, a causa di certi condizionamenti, riesca a pensare ed attuare un tale progetto di annientamento, come quello di far scomparire dalla faccia della terra un intero popolo. Eppure tutto questo si è verificato poco più di cinquanta anni fa ed ancora oggi in alcune parti del mondo si continua a morire senza dignità.
Questo viaggio è stato impreziosito dalla presenza del Signor Zuck, un polacco sopravvisuto alla prigionia nei campi; quando ci ha mostrato il suo numero tatuato sul braccio, abbiamo toccato con mano l'ingiustizia di cui egli stesso è stato vittima. Parlandoci però, ci ha detto che ha ancora fiducia nell'uomo, crede in lui, gli dà un'altra possibilità e questo è stato il messaggio più bello che questa esperienza ci ha trasmesso.
Di fronte ad un dolore quasi tangibile, era impossibile rimanere indifferenti, e, quasi smarriti, cercavamo sicurezza in un gesto o nello sguardo di una persona amica.
Noi ragazzi che abbiamo partecipato al viaggio non vogliamo che questo diventi solo un ricordo, ma vogliamo far partecipi della nostra esperienza anche tutti gli altri ragazzi che non hanno avuto la nostra opportunità. Questo viaggio più che mai ci ha portato ad odiare la violenza, la guerra, l'intolleranza, il razzismo e ad amare con tutte le nostre forze la libertà e la pace.
Quei luoghi che portano ancora la sofferenza di tante persone morte ingiustamente, vogliono essere un severo monito perchè ciò che è successo non si ripeta mai più.
Razzismo significa esaltare le qualità superiori di una razza conservandola pura da ogni contaminazione con altre razze evitando mescolante mediante la discriminazione o, in casi estremi, mediante la persecuzione la distruzione. Questo purtroppo capita anche oggi come è successo 50 anni fa.
Guardando al domani tutti ci aspettiamo senza dubbio un mondo migliore. Per avere questo si può partire dalla volontà che questi errori non accadano più. E' difficile, forse impossibile, ma ognuno di noi può contribuire ad accendere nella società una nuova coscienza.
Come? partendo dal non dimenticare, dal non fare di queste esperienze solo un ricordo che evoca degli spiacevoli avvenimenti. Di fronte alla televisione che ci documenta sulle guerre, sulle stragi fratricide, non limitiamoci a pensare, mettendoci il cuore in pace, " Poverini.. Se potessi aiutarli lo farei ma..."
Di fronte a tali situazioni pensiamo veramente a quello che ognuno di noi può fare, lo faccia presente a coloro che ha vicino; forse sarà poco, ma contribuirà a formare una nuova coscienza che ci allontani nell'egoismo e impedisca il dilagare della violenza.