Cara Laura...
Mi chiamo Lorenzo e sono uno dei ragazzi che lo scorso maggio ha partecipato al viaggio a Berlino!
Sicuramente non ti ricorderai di me;se può aiutarti a ricordare sono il ragazzo che divideva la stanza con Federico Polverelli! Ad ogni mondo colgo l'occasione per rinnovarti il mio più grande ringraziamento per la grande lezione di vita e la forte testimonianza che l'anno scorso mi hai dato!Sono educatore presso la mia parrocchia e due settimane fa con gli autofinanziamenti e gli aiuti ricevuti io e altri tre animatori abbiamo accompagnato ad Auschwitz-Birkenau i ragazzi del mio gruppo:un viaggio impossibile che si è realizzato contro ogni aspettativa.Un pulman intero di soli ragazzi!I tuoi incontri e la forza delle tue parole sono state illuminanti e mi sono servite a introdurre il gruppo in questo viaggio alla ricerca della Memoria. Sento il dovere di ricordare ma soprattutto di raccontare non soltanto come educatore ma prima di tutto come persona con i miei pregi e i miei difetti. Temo che questa Memoria un giorno non potrà essere più ricordata! Quindi Grazie...quello che fai per noi ragazzi è ammirevole!
Scusa il disturbo ma a proposito di doveri...sentivo di doverti ringraziare!
Spero davvero di riuscire ad esserci il 12!
A presto
Lorenzo (Lorenzo Conti)
Ciao Laura,
tutto bene? è un po' che non ci si sente... Io ho dato l'ultimo esame estivo proprio l'altro ieri ed ora inizio un po' a riposarmi qui a Riccione. Mi piacerebbe anche fare un viaggetto in agosto, ma ancora non ho pensato a nulla in programma.
Grazie del suggerimento via e-mail, che ho subito colto al volo visitando il sito della Memoria. Peraltro sempre ben curato e soprattutto immediato da consultare.
Scorrendo le belle foto scattate mi tornano sempre in mente e nel cuore le emozioni inquiete di questa esperienza, che ho sempre ritenuto formativa della persona umana, prim'ancora che fonte di arricchimento culturale. è qualcosa che ti scuote dentro, dal profondo e ti ammonisce continuamente sussurrandoti in cuore di non dimenticarla. Di non dimenticare che niente è banale, un gesto
d'affetto, un saluto, una cortesia che ci fanno e che magari consideriamo dovuta. Sì certo, la vita di tutti giorni è banale, rispetto agli atroci patimenti dei lager. Ed è proprio per questo che dovremmo valorizzare tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che viviamo, anche se talvolta ci sprofonda nello sconforto. è la predisposizione d'animo con cui sento di dover affrontare ogni
giornata, anche difficile, ricordandomi che è comunque un dono ed un'opportunità per imparare a vivere e a stare con gli altri. E questo monito lo sento spesso, a maggior ragione perchè l'esperienza della Memoria l'ho vissuta intensamente nei due viaggi d'istruzione. E questo mi deve rendere più responsabile, non solo nel ricordare le dinamiche storiche della Shoah, ma anche nel comunicare, testimoniandolo nella vita quotidiana, il paradigma di valori che veicola la Shoah stessa, da cui dobbiamo quotidianamente lasciarci ammonire.
Per affrontare ogni giorno con lo stesso ardore di vivere.
Questa è un po' la sfida che cerco di affrontare nel mio piccolo, questa l'eredità "positiva" e costruttiva che colgo nella Shoah. è questo che ti rende responsabile nella vita e nelle relazioni di tutti i giorni. è questo quello che sento di dover mettere in pratica. Altrimenti la Shoah rimane qualcosa di sterile, che è iniziato e finito come tutti gli eventi storici; come un libro impolverato, irto di patimenti e ricordi, che giace inerte sulla nostra scrivania e che il tempo presto riporrà nello scaffale, consegnandolo alla storia.
Quindi ti ringrazio del promemoria, che tengo presente in vista dell'oblìo estivo alle porte, confidando di trovarci presto anche con Carla, per la nostra famosa pizza.
Ti saluto e ti abbraccio di cuore!
A presto,
Federico
Ciao Laura
Sono Martina, non ho ancora avuto loccasione di ringraziarti per lesperienza che ci hai appena regalato
Dopo questo viaggio sono cresciuta e ho imparato a guardare le cose che mi si presentano da un altro punto di vista, più nuovo e più maturo
E per questo vi devo ringraziare, soprattutto per la fiducia che ci avete dato in questi giorni e la voglia di imparare cose che non dimenticheremo MAI.
Grazie mille
Martina Zaghini
Cara Laura,
mi scuso per sabato che sono corso via, i miei avevano fretta!
Volevo ringraziarti di cuore del viaggio stupendo che ci hai regalato, di tutto quello che ci hai trasmesso, sapere, emozioni; ci hai fatto veramente riflettere e pensare. Sono tornato cambiato e segnato da questo viaggio, ho avuto l'opportunità di vedere e capire come guardare, di farmi nuove domande; tutto grazie a te e a Carla che credete e scommettete su di noi. Ancora grazie di cuore, veramente grazie.
(mi scuso per non aver scritto prima ma ho avuto una settimana piena per scuola.)
Un abbraccio
Antonio Cipullo
Ciao Laura, sono Alex.
Scusa per il ritardo ma in questi giorni ho avuto tantissimo da fare. Secondo me il fatto che prima o poi i testimoni, degli orrori che venivano fatti nei campi di concentramento, ci lasceranno e quindi non potranno più raccontare gli avvenimenti in prima persona non comporterà, a lungo andare, il dimenticare ciò che è accaduto. Questo, a mio parere, perché loro hanno lasciato a noi tantissime informazioni, libri, testimonianze ecc... Sento di dire inoltre che per quello che abbiamo visto, studiato e tutte le cose che tu chi hai dato la possibilità di imparare ognuno di noi potrà portare avanti questa realtà contornata da tutti i suoi orrori e far si che non si possa mai dimenticare. I testimoni come Shlomo ci hanno lasciato, con le loro testimonianze, il materiale necessario per far si che tutti noi possiamo ricordare e far ricordare a tutti quello che è successo.
Alex Maroni
Ciao Laura!
Innanzitutto volevo ringraziarti ancora ancora e ancora per tutto quello che ci\mi hai dato, perché un viaggio così, un andare forse più in me che non in un luogo, in un coinvolgimento totale che mi ha permesso non solo di conoscere persone splendide, ma soprattutto di affrontare con maggior cognizione di causa, quindi più seriamente e più a fondo, e allo stesso tempo molto meno tormentatamente quella Storia, un viaggio così, insomma, non l'avrei mai sognato, o sperato. E' forse osare troppo, ma sono piuttosto sicuro nel dire che questo viaggio ha cambiato qualcosa in e di me.
E poi, molto più prosaicamente, volevo chiederti come si chiama quel libro su Auschwitz con allegato in CD che ci hai mostrato al campo.
Grazie!
Un abbraccio
Paolo Bonora
Carissimi e spettabilissimi ragazzi,
ho voglia di scrivervi quello che mi avete regalato in questo bellissimo viaggio.
Innanzitutto, mi sono divertito veramente tanto, anche se potrei essere tranquillamente vostro padre, ma non sembra, vero?
E poi ho avuto la fortuna di condividere questa importantissima esperienza personale con degli splendidi esemplari della specie umana ( a parte qualche anomalia evolutiva, vedi Simone, Martina Zagh, Marco Wang ).
Da questo viaggio mi aspettavo soprattutto un' esperienza emotivamente forte, potente e dolorosa, forse perché dopo aver letto e studiato tanto questo argomento, volevo vedere con i miei occhi ciò che non si può nemmeno immaginare.
Quando abbiamo attraversato il cancello di Birkenau ho provato immediatamente un grande desiderio di raccoglimento, di silenzio, per capire cosa fosse un luogo così pieno di orrore. Ma poi mi sono accorto di non essere solo e avere intorno a me 45 ragazzi poco più che maggiorenni così interessati a quelle storie, a quella tragedia, mi ha fatto capire la cosa più importante, che poi è la filosofia che muove Laura e Carla ad organizzare ogni anno questi viaggi, queste esperienze.
Che il silenzio non serve, che si dimostra più rispetto per i milioni di vittime di quella e di altre barbarie attraverso la parola.
Vi ho visti porre e porvi domande, scambiarvi opinioni e sensazioni.
Non credete mai a chi vi dice che non esistono parole per descrivere una data tragedia o uno stato d'animo.
Il dovere di chi calpesta quell'erba, di chi cammina su quelle rampe, su quelle rotaie è di trovare le parole per raccontare.
Perché le parole ci sono, basta cercarle, anche se a volte è difficile, certo, ma le parole ci sono sempre e sono potenti, sono dirompenti, sono ciò che ci rende umani.
Le parole vincono il tempo, la distanza, la morte.
La parola trae le cose dall'ombra.
Voi avete avuto la fortuna di vivere un'esperienza unica, perché il percorso che avete fatto con Laura durante tutto l'anno non è così comune. Avrete notato come gli altri gruppi hanno visitato i campi, non c'è paragone con il nostro.
Ma lo avete meritato ampiamente. Siete stati in grado di essere attenti e leggeri, profondi e vivaci e vi assicuro che Laura e Carla sono molto orgogliose di voi.
E' stato bello vedervi così divertiti, così disponibili a costruire rapporti pur non conoscendovi.
Tra voi ho intravisto sensibilità notevoli e oggi posso dire con assoluta certezza che esistono forme di vita intelligente su questo pianeta. Mi ricorderò a lungo di voi.
Baci,
Luca Guidomei
Salve Laura,
io tutto bene, grazie. E lei?
Colgo l'occasione per ringraziarti, se posso darti del tu, per il viaggio. E' stata una meravigliosa esperienza sia dal punto di vista umano che formativo. Poi siamo stati fortunati ad avere te e Carla come accompagnatrici, due donne straordinarie. Come al solito sono di poche parole ma spero di averti fatto capire che sono stata molto felice di aver prtecipato in questi mesi al progetto e di aver partecipato al viaggio.
GRAZIE DI TUTTO!!
Con affetto,
Giulia Valli.
Ciao Laura sono Alberto.
Ci hai scritto che in quei luoghi non serve solo emozionarsi ma meditare, criticare, comparare spazi, tempi, modi di visita; ti posso dire che su di noi questo viaggio ha avuto questo risultato, per me è stato veramente unico e indimenticabile, e da soli la cosa non sarebbe riuscita così bene. Quindi, arriverò in ritardo, ma ti voglio ringraziare veramente di cuore per quello che hai fatto e che continuerai a fare..io penso sempre che la bravura e basta la possono avere tutti studiando, ma la voglia e la capacità di trasmettere è rara.
Noi del gruppo Polonia ragazzi ci siamo già incontrati tre volte per cene e aperitivi vari, alla prossima vorremmo anche te e Carla!
A proposito della tesina, poi, io userò molti documenti e conoscenze del viaggio..di certo so che la intitolerò "Carnefici, vittime, spettatori" partendo dal libro di Raul Hilberg passando per Elie Wiesel, Primo Levi e Shlomo Venezia, inoltre dato che io faccio l'indirizzo architettura avevo in mente come progetto da presentare all'esame il rifacimento del memoriale italiano ad Auschwitz dato che quello originale mi è piaciuto pochino.
Vabbè, quando la finirò poi te la invierò.
Tanti Saluti! ciao!!
L'esperienza del viaggio d'istruzione è stata un'esperienza costruttiva, profonda, che mi ha dato molti spunti di riflessione e ampliato le mie conoscenze rendendomi più consapevole della storia, della mentalità razzista: dai procedimenti di pensiero alle azioni che hanno portato l'uomo a creare strumenti di reclusione, tortura e umiliazione di categorie umane che riteneva dannose e inferiori. Il clima si rivelò positivo fin dall'arrivo: sia i miei compagni, che soprattutto gli animatori contribuirono a creare un'atmosfera accogliente, dove non fu difficile il dialogo, la comunicazione, e il confronto. Il giorno in cui andammo a visitare il campo di Mauthausen fu pieno di emozioni forti: vedere le strade, il percorso che portava al campo, fino a vedere i letti dei detenuti, le camere a gas, e i forni crematori, fu un impatto molto forte, mi ricordo il silenzio, c'era silenzio, c'era il ricordo, l'emozione, e la commozione. Con la mente cercavo di ripercorrere ciò che mi era stato spiegato la sera precedente, immaginavo le persone, lì, in quei posti, immaginavo il dolore, sentivo l'umiliazione. La curiosità che avevo nel ripercorrere e immaginare la “storia” dei detenuti e il loro percorso nel campo fu subito soddisfatta dalle foto presenti nel museo, documentazioni esaustive di quella che era la condizione di vita dei detenuti, ma soprattutto, quello che mi ha colpito, fu il filmato che ci è stato mostrato nel pomeriggio, ricordo che ero un po assonnata, all'inizio il filmato mostrava delle testimonianze di superstiti, in lingua straniera, ricordo di non essere riuscita a seguirle con attenzione per la mancanza di sottotitoli, ma poi, dopo le testimonianze, il filmato si concluse, e partì un video girato nel campo, dove uomini di cui erano rimaste solo ossa, ormai morti, venivano caricati su un camion, con una specie di “pala”, come se fossero merce da caricare, o terra, ma non uomini. Il video fu mostrato senza alcun suono, e ricordo che tra noi calò il silenzio, vedere, documentata, una scena così cruda, forte, dura e ai nostri occhi così assurda, così crudele e priva di umanità o rispetto mi sconvolse, soprattutto essendo cosciente del fatto che a quell'epoca fosse abitudinarietà, fosse considerata come necessaria, e giusta.
Un altro episodio che ricordo nitidamente fu la scalinata della morte, Fabio ci spiegò che è in qualche modo il simbolo della fatica, del lavoro, del dolore, e spesso anche della morte che i detenuti stanchi e denutriti provarono percorrendo quei 186 scalini. Ogni scalino era pieno di quel dolore, ogni scalino mi rendeva sempre più consapevole.
La sera in albergo ci ritrovammo per parlare, ricordo che non riuscii a dire nulla, perchè avevo nelle orecchie ancora il silenzio agghiacciante che accompagnava quelle immagini, che ha accompagnato tutta la visita al campo, e avevo negli occhi il dolore che avevo visto, e i visi seri e provati dei miei compagni.
Il secondo giorno andammo al castello di Hartheim. Dopo aver ascoltato una breve introduzione al luogo, ho avuto occasione di poterlo visitare autonomamente, da sola. All'interno del castello venne allestita una mostra, che documentava la “storia dei disabili” dall'epoca della dittatura nazista ai giorni nostri, con i cambiamenti, le leggi, le conquiste e la lotta per i diritti di queste persone. Leggevo con molto interesse le insegne che, purtroppo essendo solo in tedesco non comprendevo a pieno, seppur studiando la lingua da qualche anno, ero molto coinvolta all'idea di saperne di più, in quanto quello dei disabili, è un argomento che viene ignorato o trattato poco nell'istruzione che ci viene fornita. Percorsi le stanze cercando di assorbire ogni immagine e informazione che questo luogo aveva da offrire e mostrare. Trovai molto intelligente, coerente e apprezzabile l'idea di un ristorante con personale disabile, con relativo mercatino con cose create da disabili, ciabatte, magliette, vasi, eccetera...La visita al castello di Hartheim mi toccò molto, e mi diede molti spunti su cui riflettere. Infine, la visita a Gusen fu quella che mi colpì meno, rispetto ai due luoghi precedenti, c'era una sala che documentava i luoghi e la storia del posto, c'erano alcune foto...ma l'impatto dei forni crematori fu comunque forte, in quella stanza infatti (quella dove c'erano i forni crematori) facemmo la cerimonia e fu un momento carico di emozione, eravamo uniti, nel ricordo.
E' stata un'esperienza completa, piena di momenti forti come quelli che ho descritto prima, ma anche di momenti di spensieratezza e conoscenza di noi ragazzi: ricordo con gioia i tragitti in pullman, i canti, i sorrisi, la disponibilità. Credo che il clima così positivo e favorevole alla socializzazione fosse dettato soprattutto dal fatto che fossimo tutti lì, in quel luogo, in quel momento, perchè VOLEVAMO esserci, avevamo scelto di esserci, senza obblighi o pressioni, avevamo in comune la curiosità, la voglia di conoscere.
Ringrazio tutti i miei compagni per avermi accompagnato in questa esperienza profonda, ringrazio gli animatori, che sono stati punti di riferimento importanti, guide, ma anche amici che hanno reso il viaggio piacevole ed estremamente costruttivo.
Ringrazio il comune per continuare a sostenere questo progetto della memoria, che ritengo di fondamentale importanza e rilievo, in quanto mantiene vivo il ricordo in generazioni ormai lontane dal periodo della shoa, generazioni sempre meno informate, e sensibili a questo argomento. Ringrazio per avermi dato la possibilità di prendere parte a questo viaggio.
La memoria, il ricordo, non dimenticare.
Parole che ci colpiscono tutti i giorni.
Ed è per questo che ho deciso di aderire al progetto. Avevo bisogno di capire.
Eppure penso sia necessaria un'esperienza così per riuscire a comprendere anche solo una goccia dell'abisso che è stato.
Le testimonianze, i documentari, i libri letti è diverso da trovarsi sugli stessi luoghi in cui tutto è avvenuto guardare i volti delle vittime nel castello di Hartheim e riflettere davvero.
Un'esperienza che ti costringe ad aprire gli occhi, a farti delle domande.
Sarei riuscita io a resistere al male?
Silenzio.
Di certo ora guardo la storia con una diversa consapevolezza.
Consapevole cioè, di ciò a cui può arrivare veramente un uomo. Un uomo qualsiasi, come me.
E credo allora che ciò che mi sia rimasto di più di questo viaggio è proprio il silenzio.
Ancora domande, domande che è necessario continuare a farsi.
Perchè sono proprio queste domande che ci permettono di pensare,di non scordare.
Quindi a voi che avete permesso tutto questo..grazie mille.
Nicoletta Russo VF Liceo Serpieri
Il viaggio studio a Berlino è stata un'occasione unica per vedere sotto un'ottica diversa una città tra le più importanti del panorama europeo, sia perché capitale della nazione trainante della Comunità Europea, sia perché simboleggia la storia del '900. La città infatti è permeata di storia ,se ne possono trovare segni ad ogni angolo di strada: vecchie case coi muri mangia fuoco, graffiti , anche di famosi graffittari, targhette sul marciapiede. Più vistosi sono i monumenti eretti in memoria di uno dei periodi più bui della storia, come quello di tre uomini bucherellati che si spingono in mezzo al fiume, monumento imponente che simboleggia la lotta tra le due germanie. Nonostante la grandezza di quest'opera ciò che mi ha maggiormente colpita si trovava sul ponte sopra quel fiume, due mani sovrapposte che ritraevano il gioco “ sasso, carta, forbici”, una continua sfida tra Germania est e Germania ovest dove a a pagarne i conti era la popolazione. Allibita mi ha lasciato il racconto che sta dietro quelle semplici mani. Quel fiume era parte ad Est e parte ad Ovest. I bambini giocavano a palla sulle sue sponde, poteva capitare che la palla finissi nel fiume e loro ,nella loro innocenza, si tuffavano per riprenderla. Il confine era effimero e così se i bambini stavano affogando nessuno ne da est ne da ovest correva in soccorso. Passarono anni e diversi morti prima che ci fosse un accordo tra i due blocchi per affrontare questa situazione. L'assurdità di situazioni come questa è ciò che mi ha maggiormente colpita e impressionata. Altro paradosso per me è stata la tenuta di Wannsee, un piccolo paradiso, una bellissima villa circondata dal verde e dai fiori che da su un grande lago, è stato uno dei luoghi più pittoreschi che abbiamo visitato, a mio parere, eppure mentre facevo un pic-nic in quel verde prato non potevo non pensare come anni addietro altre persone avessero pranzato in quel posto e durante un delizioso banchetto in quel piccolo paradiso terrestre, avessero deciso di spedire migliaia di persone innocenti, colpevoli solo di essere ebree, all'inferno. Un inferno che abbiamo visitato; la visita a Sachsenhausen è stata interessante in quanto una cosa e parlare di campi di concentramento altro e vederli. Altro e vedere quanto effettivamente fossero piccoli i dormitori e disastrate le mense. Vedere semplici strumenti di tortura ancora presenti, come l' “usanza” di testare i diversi tipi di asfalto con i deportati, facendoli camminare per ore senza scopo su terreni dissestati, sono piccole cose eppure contribuiscono a uccidere un uomo quanto un cappio al collo, come anche far sostare in piedi per ore, al gelo come sotto il sole bruciante, i detenuti durante l'appello e lasciarli li per tempo indefinito nel caso qualcuno fosse evaso. Queste piccole cose sono quelle che mi hanno maggiormente colpito, perché mi hanno fatto riflettere come nulla vada sottovalutato per quanto sembri insignificante; pure Hitler fu inizialmente sottovalutato, ed il suo aspetto era più insignificante che ariano, eppure conquistò l'Europa. Toccante a l campo di concentramento è stato commemorare i morti proprio li dove era “uso” ucciderli, non tanto il luogo o la ricostruzione delle macchine mi hanno sconvolta, quanto l'idea che si potesse trattare con tanta insensibilità una vita umana. Uno dei concetti più difficili coi quelli ho dovuto fare i conti è stato proprio cercare di capire come facessero a spersonalizzare un uomo fino a ridurlo ad un oggetto. Penso che la stessa domanda se la sia posta Peter Eisenman , l'architetto del memoriale della shoa che si impone nel centro della città. I blocchi di cemento che compongono l'opera sembrano tutti uguali e tutti mi sembravano stagliarsi verso il cielo cercando di emergere da quel cemento che li ingabbia, anch'io vagando nel labirinto del memoriale mi sono sentita sommergere, più mi addentravo nel monumento più mi sentivo sommergere dal cemento, sovrastata da imponenti blocchi di pietra, indifferenti al mio passaggio, una volta risalita e rivisto il sole mi sono sentita sollevata. Io penso che il memoriale rifletta i carnefici come le vittime, viste per blocchi, blocchi di “oggetti” uguali di cui liberarsi, ed il cemento nella sua indifferenza e pesantezza , a mio parere, ti fa provare una labile replica di ciò che vuol dire essere discriminati e trattati come “feccia”.Il memoriale è stato uno dei monumenti che mi fatto maggiormente riflettere, perché non ti spiega niente e ti lascia sommerso di domande, probabilmente era questo l'obbiettivo del suo autore,fermare le persone, invogliarle a informarsi, perché la disinformazione e l'ignoranza sono più pericolose dei negazionisti. Ricordare e avere una capacità critica che ti permetta di vagliare i ricordi tra reali e artificiali e l'unico modo per non scordare. Perché solo conoscendo il passato si può costruire un futuro migliore. Per combattere l'oblio sono stati creati musei e ristrutturati palazzi come quello della Gestapo, distrutto alla fine della seconda guerra mondiale, li, dove una volta venivano gestiti i segreti del nazismo ora si mettono a nudo gli orrori di un'ideologia che, purtroppo, ancora non è stata estirpata dall'umanità. Questi musei dove non si narra la storia ma la si fa vedere con documenti, foto e video, sono indispensabili per aiutare le persone a riflettere e a ricordare, perché negare qualcosa non lo cancella. Una frase che mi ha colpito che mi sono scritta a lettere cubitali su un foglio, per me simboleggia il messaggio che si vuole trasmettere impiegando tante energie nel ricordare una così buio periodo della storia umana: Freiheit für meine akte (libertà per le miei azioni), che, indipendentemente dal contesto, non significa poter fare ciò che si vuole, ma esercitare le proprie libertà assumendosene la responsabilità, perchè agendo senza responsabilità si può fare di tutto senza sentirsi onerati da nessun peso; ma se si deve rispondere di tutte le proprie azioni, allora si riflette prima di agire e si trova anche il coraggio di dire NO.
Bonifazi Perla
Ciao Laura!
E' difficile iniziare a parlare di se dal niente (in particolare se non si è una cima in italiano),comunque si può partire dalle cose più banali:innanzitutto la scuola, frequento l'istituto tecnico per geometri "O.Belluzzi" e nonostante un andamento carente che ha caratterizzato il mio percorso scolastico per tutti 5,anzi 6 anni,in questo ultimo biennio ho deciso di mettermi di impegno per avere un'uscita perlomeno dignitosa al termine di questa,se pur difficile, bella esperienza delle superiori.
Ma non esiste solo la scuola,infatti ho diversi hobby,quali come molti miei coetanei,sono lo sport,il divertimento,gli amici,ma anche una bellissima esperienza di teatro organizzata sempre dalla mia scuola e anche questa come questo percorso alla memoria,mi ha regalato tanti fondamenti. Come ultima nota,vorrei aggiungere che ho lavorato nelle estati precedenti e anche in quella che verrà,come educatore in un centro estivo,quindi ho una certa passione per i bambini,infatti molte volte mi piace divertirmi e penso che sia la cosa migliore per affrontare la vita.
Dopo una piccola descrizione di quella che è la mia vita posso parlare più in particolare di questo,come già scritto sopra,bellissimo percorso:non è stata una passeggiata,dato che due ore di incontro dopo una giornata a scuola non rendevano la giornata facile,ma la bravura e soprattutto il modo in cui è stato presentato l'argomento,molto difficile e impegnativo,dalle persone che abbiamo visto nelle varie fasi, hanno fatto di questo difficile percorso una sorta di viaggio nel passato molto bello e piacevole.
Le motivazioni che mi hanno portato a frequentare il progetto sono abbastanza varie:le più banali possono essere il desiderio di conoscere nuove persone e stare insieme a quelle che già conosco,ma scavando un po' più in profondità c'era la voglia di sapere quello che è stata la storia appena passata e poi anche una motivazione in direzione dell'esame, cioè ricevere una mano per la tesina o avere nozioni che altri studenti,non avendo fatto questo percorso non hanno.
Per quanto riguarda l'informazione storica che ho in questo momento sono consapevole di avere una preparazione scarsa, forse dovuta ad un professore che affronta gli argomenti in modo superficiale ma anche dovuta alla poca voglia di affrontare questa materia(infatti,insieme ad italiano, sono le uniche in cui faccio fatica ad avere la sufficienza).Forse anche qui si può riscontrare una motivazione in più per la partecipazione a questo percorso.
La mia scelta è stata influenzata da due miei compagni di classe, però penso che l'avrei affrontato lo stesso,inoltre ho coinvolto qualche persona a partecipare da altre scuole; però non solo questo mi ha fatto optare per questo progetto, ma anche questo viaggio. Non ho mai visitato un campo di concentramento e farlo con persone che ti guidano e danno nozioni giuste ed appropriate,è un occasione da non perdere.
Le mie maggiori informazioni derivano dai film che ho visto sull'argomento(l'esempio più eclatante è "La vita è bella"),il quale,a parte la bellezza del film e la bravura di Benigni,è la mia icona di riferimento quando si parla dei campi di sterminio e i campi di concentramento.
Inoltre qualche informazione dalla scuola e da internet l' ho acquisita. Purtroppo non ho letto nulla a riguardo,dato che i libri che a me interessano sono di tutt'altro genere (Signore degli anelli per fare un esempio).
L'immagine che ho di questi luoghi,è un immagine di un luogo triste ed immerso nel silenzio e devo dire che ho molta confusione per come si possono presentare. Perciò è anche difficile dare una collocazione.
Per terminare vorrei ringraziarti per la disposizione e l'impegno con cui ha proposto e perseguito questo progetto,perché immagino quanto sia dura e difficile trovare un ritaglio di tempo.
Quindi grazie di tutto!
Andrea Oliva Istituto tecnico per geometri "O. Belluzzi"
I giorni passano….. ma i ricordi restano…….
Ancora oggi, a distanza di sue settimane,mi ritornano in mente i bellissimi momenti passati insieme in questo viaggio studio…..
Il viaggio, i luoghi, gli amici, le risate,i lavori di gruppo,le riflessioni…..Tutto questo mi è servito molto perché in parte è stata una bellissima esperienza, ma soprattutto è come se ha aperto in me un libro bianco che è stato riempito minuto dopo minuto di riflessioni, di sentimenti, di aspetti o particolari che ho potuto notare e condividere con gli altri sia da subito ma credo poi per tutta la vita………..
Purtroppo finchè non tocchiamo per mano una cosa non la conosceremo mai bene o fino in fondo, perché saranno i libri, i filmati o le testimonianze di altri a darci un’idea o un’impressione di ciò, come in questo caso il nazismo e i campi di concentramento….. ma in questo caso, (un’occasione unica,speciale,irripetibile!!) sono stato io che potevo osservare, soffermarmi, domandare e capire di persona, dal vivo; ma soprattutto ho avuto anche l’onore e la responsabilità di raccontare questa esperienza ad amici,compagni, genitori e professori ciò che più mi aveva colpito, le mie impressioni.
Il luogo che più mi è rimasto impresso è stato l’appelplatz, questo spazio, questa distesa che mi ha fatto sentire letteralmente come una foglia caduta da un albero…… inerme, leggero, in balia del vento……
Questo esempio mi ha permesso di capire l’aria, l’atmosfera che vigeva in questo luogo (se possiamo chiamarlo cosi)….come tutto era stato concepito per l’annullamento fisico e mentale di una persona, un essere umano… di come un si o un no possano cambiarti la vita… del modo in cui la sottomissione e la rassegnazione a certe idee ti possano tenere in vita…….Tutto questo ha prodotto in me un desiderio di dar voce alla mia coscienza, ai miei sentimenti, ai miei interrogativi…Non dobbiamo lasciarci piegare da questo mondo……Non dobbiamo abbandonarci…….Non dobbiamo lasciarci andare….. ma spetta a noi decidere interiormente ciò che è bene e ciò che è male e agire di conseguenza, tenendo conto del nostro bene ma soprattutto di quello degli altri.
Una piccola vittoria l’ho avuto tenendo fede all’ impegno di avere 10 in storia, perché al ritorno del viaggio ho avuto un’interrogazione proprio sul nazismo e sull’esperienza del viaggio, ed è stata l’unica interrogazione dove le parole mi uscivano spontaneamente, in maniera automatica dal profondo del mio cuore, tanto che ho lasciato letteralmente la mia prof. di storia a bocca aperta, cosi che mi ha garantito il massimo voto in questa materia….
Ma soprattutto spero che questa esperienza possa servirmi come monito, come testimonianza della realtà della vita….. e che possa sia io che tutti gli altri aiutare chi ha dubbi o strane idee su questo sottile e travagliato capitolo della storia dell’umanità…..
Vorrei concludere con una scrittura della bibbia che riprende questo ragionamento, infatti dice:“Solo guardati, e bada bene alla tua vita, affinchè non ti dimentichi delle cose che i tuoi occhi hanno visto e affinchè non si allontanino dal tuo cuore per tutti i giorni della tua vita; e le devi far conoscere ai tuoi figli e ai tuoi nipoti…….. (deut. 4:9)
È stato tutto bellissimo!!!! Vi ringrazio molto dal profondo del cuore per tutto ciò che avete fatto per noi… Continuate cosi!!!!
Di leo Jonathan