Con la collaborazione dell’Istituto per la Storia della Resistenza di Rimini e con la Fondazione Fellini, è stato avviato dall’inizio dell’anno scolastico un duplice percorso di approfondimento, articolato su due segmenti diversi: uno legato al rapporto tra cinema e memoria e uno dedicato alla storiografia più recente.
Filo conduttore del progetto, intitolato “Dall'eugenetica allo sterminio. Questioni di razza sotto il Terzo Reich” è l’indagine del rapporto tra politiche razziste e persecuzioni, collegando la storia del Terzo Reich a un contesto più ampio. La discriminazione e l’eliminazione dei disabili in Germania, il rapporto tra nazismo e omosessualità, la diffusione in Europa e in Germania dell’eugenetica - scienza che postulava il miglioramento della razza umana attraverso la sua selezione interna -, le vicende dei bambini nati nei Lebensborn dalle unioni tra uomini delle SS e donne scelte razzialmente tra le tedesche, le norvegesi, le francesi o le olandesi saranno alcuni dei temi che verranno dibattuti.
Cinema e teatro - due mezzi di rappresentazione, di grande immediatezza e di impatto emotivo sullo spettatore possono offrire un importante contributo alla trasmissione della memoria della Shoah.
Per il teatro sono stati scelti due lavori di grande impegno e interesse: Tiergertenstrasse 4. Un giardino per Ofelia della Compagnia dell’Argine (29 gennaio ore 21 Teatro degli Atti, in replica per le scuole il 30 gennaio alle ore 11) mette in scena, attraverso il dialogo intenso e coinvolgente tra due donne, il dramma dello sterminio dei disabili che in Germania ha preceduto quello degli ebrei.
Lasciami andare madre è il noto e apprezzato lavoro che la regista Lina Wertmuller ha tratto dal romanzo omonimo di Helga Schneider e che mettono in scena per il Teatro Eliseo due grandi interpreti del teatro italiano: Roberto Herlitzka e Milena Vukotic, rispettivamente madre e
figlia in un impossibile dialogo che scava nel passato della Germania nazista e dei suoi crimini.
Ricca la proposta cinematografica: s'inizia La cosa bianco - Sophie Scholl di Marc Rothemund (Germania 2005), Ararat di Atom Egoyan (Canada 2002), Amen di Costa-Gavras (Francia 2002), Hotel in Rwanda di Terry George (Gran Bretagna 2004).
Diversificare gli sguardi e le riflessioni sulla Shoah, allargando l'indagine ai diversi aspetti della deportazione e alle diverse identità delle vittime significa anche dar voce agli ultimi testimoni. Quest’anno saranno invitati a Rimini Liliana Segre (23 febbraio, Ciiieteca Comunale ore 15), che fu deportata ad Auscliwitz a 13 anni come ebrea italiana e Helga Schneider (7 marzo, Teatro Novclli ore 17), celebre scrittrice tedesca, nata e vissuta da bambina nella Germania di Hitler e che fu abbandonata in tenera età dalla propria madre, fanatica nazista che scelse di arruolarsi fra le SS donne, svolgendo anche il compito di sorvegliante ad Auschwitz. Due donne agli antipodi, certo, vittime entrambe del nazismo, che hanno vissuto da bambine un’esperienza umana di profonda sofferenza, ma che sono state capaci di rielaborare il dolore, trasformando l’orrore vissuto in parole di pace.
Fino ad aprile viene promosso un programma denso di appuntamenti (seminari, conferenze, testimonianze, spettacoli, film, viaggio-studio), aperto a tutti, studenti e non, con modalità diverse.