La didattica della Shoah – Viaggio Studio alla Scuola Internazionale per gli studi della Shoah YAD VASHEM - ISRAELE – gennaio 2007
Credo che l’esperienza del seminario allo Yad Vashem sia stata molto positiva. Prima di tutto naturalmente per il fatto che si svolgeva a Gerusalemme, il desiderio di visitare la città e di conoscere
per la prima volta la realtà di Israele è stata una motivazione molto forte per iscrivermi al corso.
Le lezioni sono state soddisfacenti,certo numerose e di livello differente fra loro ma il bilancio Complessivo mi è sembrato positivo. E’ vero che il numero degli iscritti al seminario era molto alto,
con conoscenze e probabilmente aspettative diverse, ma questo non è stato un ostacolo per un lavoro positivo. Confrontandoci fra noi partecipanti era già emerso il fatto che forse un limite della organizzazione delle lezioni è stata la mancanza di tempo per l’approfondimento personale e l’utilizzo di laboratori e biblioteca, forse anche perché gli organizzatori hanno puntato molto a dare
in poco tempo il maggior numero di contenuti possibili e gli stessi per tutti. Sicuramente da un punto di vista organizzativo sarebbe stato più complicato lasciare spazio a percorsi più individuali e la
possibilità di scegliere quali lezioni seguire, ma questa potrebbe essere una riflessione per seminari futuri. Però a essere sinceri le lezioni inutili sono state pochissime, anzi tutte hanno dato spunti di
riflessione anche partendo in qualche caso dalla critica. Un tema che mi ha particolarmente interessato è stato quello del rapporto fra la società israeliana e la Shoà e su come si è evoluta la filosofia
dello Yad Vashem nel corso dei decenni, e su come i temi della memoria si intreccino con la formazione di una identità nazionale. E’ risultato molto evidente come l’interrogarsi sul proprio passato sia un modo per costruire una certa immagine di sé nel presente. Questo è un problema che magari in società come la nostra è invece meno esplicito. Un altro argomento un po’ “laterale” rispetal seminario e che per forza di cose non è stato possibile approfondire troppo se non in alcune testimonianze è stata la scelta di quelle persone che anche in anni recenti hanno fatto la scelta di andare a vivere in Israele, esprimendo il bisogno di una nuova appartenenza nazionale, e il rapporto fra identità ebraica,italiana e israeliana. Sullo sfondo di tutta l’esperienza,infine,il conflitto con il mondo arabo e palestinese, percepibile da tanti segnali, filtrato in alcune lezioni dell’istituto piuttosto “ingessate” e “ufficiali”.