IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO
di Italo Calvino
Questo primo libro di Italo Calvino, scritto subito dopo la fine della guerra, è un romanzo, molto scorrevole dove i dialoghi, scritti con un linguaggio quotidiano e spesso scurrile, si alternano a descrizioni minuziose dell'animo dei personaggi principali (come quello di Lupo Rosso, il bellissimo ritratto di Kim) e dei luoghi dove si svolgono le azioni di guerra.
Può essere collocato nelle opere di narrativa.
Il narratore del libro è onnisciente, ma nonostante il libro sia narrato in terza persona, Calvino comunque sceglie di raccontare e descrivere i fatti e le paure di una guerra visti dal "basso", da chi non conosce nulla dei conflitti eppure è costretto a farvi parte: visti dall'ottica di un bambino.
L'autore propone al lettore un testo avvincente, che muta spesso.
I fatti narrati si succedono velocemente, come se il bambino che aveva sentito parlare della guerra, per scommessa, si trovasse purtroppo a farne parte come ribelle partigiano.
Il linguaggio è semplice ed il lessico colloquiale e molto diretto.
Nel testo sono riportati, inoltre alcuni termini militari e partigiani che affascinano il protagonista come del resto tutto il mondo dei grandi, ad esempio gap che indica un'organizzazione partigiana, come un'altra parola "misteriosa" sim. Alcune parole di uso tipicamente militare sono sten, P38, che sono due tipi di pistola tipicamente usate nella seconda guerra mondiale.
Come ho già detto il testo è scorrevole nonostante il frequente uso di figure retoriche da parte di Italo Calvino, come le similitudini per rendere il testo di più facile comprensione al lettore (es. con ansia un po' voluta: a toccare la fondina ha un senso di commozione dolce , come da piccolo a un giocattolo sotto il guanciale.).
Questo romanzo di Italo Calvino racconta le vicende di un bambino durante la guerra. Egli vive la guerra come un gioco, non come un pericolo, ma come uno "stare in compagnia".
Pin, dopo aver rubato la pistola di un nazista che frequentava sua sorella per una scommessa con gli amici del bar, viene portato in prigione. In questo luogo conosce un famoso ribelle della zona: Lupo Rosso che lo porta fra i partigiani.
Il piccolo protagonista si trova quindi a giocare alla guerra in mezzo ai grandi, dove conosce un amico: Cugino.
Dopo aver canzonato tutti i partigiani che erano nel suo stesso distaccamento, Pin scappa e torna nel luogo dove aveva nascosto la pistola: il sentiero dove fanno il nido i ragni. Purtroppo qualcuno ha rimosso la terra.
Quindi alla fine delle vicende Pin "esce" dalla guerra con il suo "Amico" : Cugino.
Durante il racconto il protagonista viene a sapere che tutti gli amici dell'osteria o fanno i partigiani o in qualche retata fascista sono stati catturati e portati in prigione o in Germania.
SPAZIO E TEMPO
Il romanzo è ambientato nelle colline liguri dove si svolsero le guerre tra partigiani e tedeschi.
Lo spazio è esterno per le azioni di guerra , mentre lo spazio interno si identifica nella sede del distaccamento partigiano.
La narrazione spazia nel periodo della seconda guerra mondiale, come è evidente nel romanzo.
DESTINATARI E OBBIETTIVI DEL TESTO
Non vi sono a mio parere precisi destinatari; il libro si rivolge a tutti quei fruitori che intendono leggere un piacevole romanzo storico con cui dilettarsi, ma anche informarsi , ad esempio, sui movimenti partigiani.
Chiaramente nel libro vengono affrontate altre interessanti tematiche che vanno riferite a quello che è l'obbiettivo del testo, ossia la riflessione su di esse. Tra le più importanti vi sono l'amicizia, la guerra ed il rapporto adolescente-adulto.
Il concetto dell'amicizia ci accompagna per tutta la durata del racconto. Viene introdotta dalla descrizione iniziale della solitudine di Pin che nutre il sogno di trovare un giorno il Grande Amico, simbolo della fedeltà, dell'aiuto e della devozione più sana e leale. Pin riconoscerà questa persona alla fine del racconto nella figura del Cugino.
Mentre il concetto di guerra viene approfondito in particolar modo nella seconda parte del libro quando l'adolescente, guidato dalla nuova conoscenza di Cugino, arriva al campo base dei partigiani dove resterà per parecchio tempo, e dove avrà modo di sperimentare direttamente gli aspetti di un mondo a lui ancora sconosciuto, data la sua giovane età.
L'autore in queste pagine riesce a rendere il ritmo, gli stati d'animo, i colori della guerra partigiana, pur restandone sempre al margine, attraverso le descrizioni di momenti talvolta anche banali ma significativi per la realtà in cui si trovano.
Tra i temi di importante spessore morale troviamo il rapporto tra il mondo degli adulti, disattenti e disinteressati, e il mondo degli adolescenti, incapaci di comprendersi, caratterizzato dalla sensazione di essere rifiutati dai bambini, troppo piccoli, e dagli adulti, troppo grandi.
GIUDIZIO PERSONALE
Ho trovato questo libro di facile lettura, poiché è scorrevole, e spunto di argomentazioni.
Innanzi tutto penso che l'idea dell'autore di immaginare e descrivere la guerra vissuta da un bambino che in testa ha un mondo tutto suo, come tutti i bambini, sia appassionante e anche interessante, perché i fatti sono visti con ingenuità e semplicità.
Attraverso gli occhi di questo piccolo protagonista giungono al lettore le paure della guerra.
Pin guarda dal suo mondo incantato di bambino che desidera stare con i grandi, le esistenze strane e per lui incomprensibili degli adulti: come per esempio gli amplessi della sorella che Pin spia "con occhi come punte di spillo" o le strane parole affascinanti e senza significato per uno che non ha mai fatto la guerra (GAP; STEN, troschista), alle quali attribuisce valori e significati magici.
Emerge dal libro anche la differenza tra il mondo dei piccoli e quello dei grandi vista da un bambino. La voglia incessante di donne che Pin non capisce pur avendo sua sorella prostituta, la serietà della guerra che a Pin non sembra altro che un gioco, mentre ai grandi del distaccamento fa paura, ma non tradiscono gli amici e i loro ideali comunisti.
Il valore degli ideali si presenta subito nel libro con l'ingresso in scena del personaggio misterioso Lupo Rosso.
Il tradimento di ideali, valori e amici è rappresentato però dalla sorella del bambino alla quale poco importa degli ideali.
Credo che lo scopo dello scrittore fosse anche quello di trasmettere al lettore un esempio del modo di ragionare tipico dei giovanissimi, che in modo cocciuto e spesso non riflessivo agiscono, anche solo per far divertire le persone che più stimano.
Nonostante Calvino scelga l'ottica di un fanciullo dispettoso e ingenuo, le difficoltà che si presentano agli adulti di fronte a una guerra sono molte e spaventose.
Mi sembra quindi che questo breve romanzo dia, oltre alla descrizione dei problemi della guerra, parecchi spunti di riflessione sulle incomprensioni dei più piccoli e sul tradimento che è la conseguenza più diretta della mancanza di fermezza d'animo e di insicurezza nei propri principi.
Recensione di Giada Migani