Viaggio studio a Mauthausen, Gusen e Hartheim 22-25 aprile 2018
Abbiamo ritenuto importante riportare i "pensieri sparsi" che i ragazzi hanno raccolto su un quaderno messo a loro disposizione durante il viaggio. Alcuni ragazzi hanno preferito non firmare le proprie riflessioni.
Abbiamo appena vissuto una giornata pesante, piena di emozioni, riflessioni ed esperienze indimenticabili. Prima di tornare in albergo abbiamo celebrato le vittime italiane davanti al monumento dedicato loro. Sono rimasto con un macigno di emozioni comprese tra rabbia, commozione e felicità. Ero felice perché queste vittime sono sopravvissute nei nostri pensieri.
Brividi, quello che mi ha suscitato la visita al busen è stata una scarica di brividi. Una sensazione, semplice, non banale, forse la più autentica insolita che una ragazza della mia età possa provare. Non so descrivere il motivo di questa mia sensazione ma ci posso provare: la vicinanza, il sentirmi vicina a tutti quei ragazzi di 17,18, 19 anni che hanno dato la vita per la loro libertà, hanno superato la loro concezione individuale per un valore universale. La brutalità, crudeltà del togliere la vita ad un altro essere umano è incomprensibile per me e ciò mi fa riflettere sul fascino che il nazismo esercitava sulla popolazione: arrivare a convincere persone comuni che uccidere sia giusto, escludere sia giusto, torturare sia giusto, costringere un uomo, perché è di uomini che si parla, ad abbaiare come un cane sia giusto. Data la violenza e l'odio che permeano la nostra società mi viene spontaneo chiedermi "Siamo davvero così lontani da ciò che è stato?" Finisco ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile questo percorso e tutti i ragazzi che mi hanno portato a riflettere in questi giorni. Perché nonostante l'indifferenza generale, fino a quando anche solo un ragazzo ricorderà, le lotte esercitate individualmente da tutti questi uomini, donne e bambini saranno portate avanti. Valentina
Dopo la prima cerimonia a Mauthausen si è palesato ciò che a momenti ci lasciava la dell'amaro in bocca. Sentiamo molto equivoco l'atteggiamento di molti nei confronti della Memoria; NON CREDIAMO ci si debba rivolgere a determinati gruppi di vittime sperando di "restituire" qualcosa perché si prova senso di colpa. Quello che si cerca di fare è portare rispetto alle vittime, in realtà si finisce per addobbare monumenti con corone d'alloro e parole cariche di retorica. NON CREDIAMO si debba trattare il tema del Ricordo e ciò che concerne ad esso come un "idolo" della spettacolarizzazione, riducendo mestamente la memoria a commemorazione-spettacolo, a rischio che si ricada in un rituale vuoto, insofferente e stucchevole. CREDIAMO che la militanza legata la memoria, l'antirazzismo, alla solidarietà ecc. debba essere/riguardare tutti e vada oltre a qualsiasi forma istituzionale e/o statale. CREDIAMO in una sensibilità comune a tutti (esempio ciò che si prova dopo la visione di un film, l'ascolto di una testimonianza, la visita dei luoghi ecc.) e che quindi sia molto più importante dedicare del tempo allo studio, alle proprie riflessioni, al raccoglimento, rendendo il ricordo più meditativo che spettacolarizzato.
P.S. il viaggio ci sta piacendo.
Il viaggio fatto in questi giorni oltre a mettere in discussione tutte quelle che potevano essere le certezze e le risposte che avevo accumulato nel mio percorso di studi, hanno messo in discussione per prima cosa a me stessa. mi sono ritrovata impotente, fragile e ho capito di non essermi mai conosciuta fino in fondo punto ho capito che conoscere la storia è fondamentale, ma prima di tutto deve avvenire una conoscenza approfondita di se stessi, è necessario compiere una ricerca e indagare le parti più Oscure della nostra coscienza. Quest'esperienza è stata in grado di " scandagliare" nel profondo della mia anima. C. A.
L'ideologia che c'è in questi anni può essere paragonata ad una malattia, non te ne accorgi neanche e sei improvvisamente malato, una di quelle malattie che non sai di avere ma ormai si sta diffondendo proprio dentro di te, all'inizio è in forma leggera ma più un pensiero si insinua nella tua mente più la malattia si aggrava e non c'è cura se pensi che tutto quello che ascolti sia giusto. I veri "malati" non erano le infinite vittime che morirono in questi anni, ma proprio quelli che cominciarono ed estesero questa cosa. Perché la malattia del cuore non è neanche paragonabile alla malattia fisica. E.S.
Il viaggio a Mauthausen mi ha lasciato molte risposte ma ho anche aperto dentro di me molte domande di riflessione che sento che dovrò affrontare già da domani ma sono riflessioni che richiedono tempo. Oggi in particolare si è parlato di libertà. Io sinceramente mi sento libera solo in un'occasione: quando vado a cavallo perché non devo pensare a niente se non a quello che mi piace fare. Io non sono intervenuta nella discussione perché la mia libertà me la tolgo da sola con le mie insicurezze che sono il motivo per cui ho fatto fatica a socializzare con il gruppo; cosa che mi dispiace tanto. Comunque sia nel mio piccolo un paio di amicizie le ho strette e di questo sono felice. Per quanto riguarda il viaggio vi dedico solo un grosso grazie perché è da quando per la prima volta alle elementari mi hanno parlato di Anna Frank che sono interessata alla Shoah ed è dalla prima superiore che conosci il progetto e dico ai professori che voglio partecipare e quando al sorteggio è uscito il mio nome ero felicissima. Quindi davvero GRAZIE. Ora mi unisco al canto di "Romagna mia". Alice
Ho appena vissuto la commemorazione e provo un senso di consolazione poiché vivo questa esperienza Insieme a persone che la vivono allo stesso modo punto da questo viaggio.
o imparato che le scelte quotidiane possono condizionare le azioni di molti, di folle intere. Ho imparato che è necessario, è fondamentale saper scegliere, saper dire No o Sì, dare un segno di non passività. Credo che porterò per sempre con me la storia di Blato Franz Jagerstatter, un uomo che ha saputo dare un senso alla propria vita. Ha avuto coraggio. Il coraggio che a noi giovani troppo spesso manca.
"Prendete in mano la vostra vita e fatene un autentico capolavoro." Giovanni Paolo II.
Alberto
Ricordo a Mauthausen
Diafani corpi, ricordi
bolle che tendono alla superficie,
donati alla fiamma morta nei forni.
Spigoli di ossa nell'ombra del filo spinato
spalle e occhi stabilì verso l'orizzonte,
infiniti nomi chiamati dall'inferno tedesco.
Secche ginocchia in estensione,
schiacciate su scale micidiali,
la fatica nel resistere alla vita.
Non dimenticabili, le baracche vuote
l'odore acre nei muri in pressi di fame,
ormai museo di sofferenze.
Giulia
Si conclude un viaggio all'insegna dell'apprendimento, ma un apprendimento di valori umani come uguaglianza, rispetto e solidarietà. L'unica cosa che posso dire è un grazie dal più profondo del cuore, non dimenticherò mai nessun momento di questo viaggio cercherò di trasmettere tutto ciò che ho imparato.
Riccardo
Discorso per il ricordo delle vittime a Mauthausen
"Le parole"
Questo campo, come poi in realtà tutti gli altri, è un luogo dove la parola muore. Forse ancora prima del dolore, dell'umiliazione, del lavoro forzato, della stanchezza e della fame che ognuno provava quotidianamente. L'uomo soffriva per la perdita dell'ultima cosa che sentiva ancora sua: la sua lingua e la sua parola. Perché ogni gesto di solidarietà, il senso di comunità non è composta solo da gesti ma anche di: "Grazie", "Prego", "Ti aiuto", "Sono qui".
Il campo e la prigionia portavano alla morte di un "noi", uomini con lo stesso destino, creando un sistema brutale, quello di schiacciare o essere schiacciato. Senza la parola, l'uomo muore e con questo scompare la dignità di sentirsi ancora umano. Margherita
Il viaggio più bello della mia vita!
Was der Mensch aus sichmacht, das ist er.
Adolph Kolping (1813-1865)
Nomi
Oggi sono stata grata dell'oscurità
Perché l'oscurità nasconde
Nasconde le lacrime
Lacrime versate per un nome
Versate per una vita
Versate per un ideale
Ogi ho ascoltato il vento
Perché il vento aveva dei nomi
Nomi sconosciuti
Nomi essenziali
Una lacrima porta rispetto
E l'oscurità protegge le lacrime.
M.P.
Buonasera Laura,
l'opportunità che ho avuto di partecipare al viaggio mi ha aperto il cuore. Non vedevo l'ora di fare il viaggio ed ora non vedo l'ora di raccontare a tutti la bellezza di ciò che mi sono portata a casa: l'umanità del confronto con l'altro, la consapevolezza come responsabilità, la condivisione delle emozioni, ma soprattutto il grande il desiderio di continuare a scoprirmi, scoprire la mia verità. Mi sono sentita parte di qualcosa di grande, ho amato il modo di lavorare significativo e appassionante, la precisione con cui sei stata capace di far rivivere i luoghi visitati. L'atrocità di ciò che i nostri occhi hanno visto attraverso le tue parole e la bellezza della speranza di cui eravamo protagonisti resterà nella mia vita come bagaglio indelebile.
Prima di partire ho deciso, senza chiedertelo, di darti del "tu". Avevo voglia di vivermi il viaggio in modo libero, il "tu" è per me vicinanza, apertura, condivisione e libertà. Non posso che provare un senso di estrema gratitudine per la passione incondizionata che avete pienamente trasmesso, l'amore disinteressato nel voler educare ancora e ancora allo spirito critico, alla memoria, alla conoscenza.
Spero ci saranno altre occasioni per incontrarci.
Un grazie a Fabio, Carla ed Emiliano.
Un grazie speciale a te Laura per la tua presenza.
Un caro saluto,
Lisa Croce