"L’esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei lager nazisti è estranea alle nuove generazioni dell’Occidente, e sempre più estranea si va facendo a mano a mano che passano gli anni… Per noi, parlare con i giovani è sempre più difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale e inaspettato…É avvenuto, quindi può accadere di nuovo… Può accadere, e dappertutto".   Primo Levi, da I sommersi e i salvati

Le parole di Primo Levi, scrittore che sopravvisse ad Auschwitz e dedicò tutta la sua vita a testimoniare sulla deportazione nel lager, risuonano oggi di agghiacciante attualità: è avvenuto, quindi può accadere di nuovo…. Può accadere, e dappertutto. Se la storia non si ripete mai identica a se stessa - tanto che paragonare ogni nuova tragedia dell’umanità alla Shoah appare un concetto privo di senso - la demolizione dell’umano di cui Levi parlava in Se questo è un uomo, tra i suoi scritti quello universalmente riconosciuto come capolavoro della letteratura (non solo memorialistica), è un crimine ripetutamente accaduto dopo Auschwitz in molti luoghi vicini e lontani dalle nostre case. La gravità delle violazioni di diritti, delle violenze di massa e dei crimini a cui assistiamo ogni giorno, spesso impotenti, talvolta indifferenti, non ha meno valore dei crimini del passato e richiede tutta la nostra attenzione e il nostro impegno concreto per cercare di contrastare le ingiustizie e di operare nel rispetto delle libertà individuali e della democrazia. ( ...continua a leggere nell'intriduzione al seminario)

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