E’ cosa nota che i regimi dittatoriali hanno utilizzato le infinite possibilità offerte dal linguaggio per distorcere la realtà a proprio vantaggio, crearne una versione ufficiale e mitologica, indottrinare la popolazione e diffondere pratiche di odio e di disprezzo. Le parole, da sempre, servono per fabbricare l’immagine dell’altro -il nemico politico, ideologico o razziale –e per alimentare la propaganda di diffamazione e di persecuzione degli individui e delle categorie prese di mira, ma il lessico, proprio per le sue caratteristiche di flessibilità e di creatività senza confini, serve anche per dare forma alle utopie divulgate come verità al popolo, in particolare il mito dell’uomo nuovo che il nazionalsocialismo ha promosso durante i dodici anni del governo di Adolf Hitler, come è accaduto, con similitudini e differenze, anche sotto il fascismo italiano di Benito Mussolini e il comunismo sovietico. ....Continua a leggere sulla dispensa
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