Tratto da Deux mélodies hébraiques per voce e pianoforte mezzosoprano Arianna Lanci, pianoforte Luigi Pizzaleo in collaborazione con Istituto Musicale di Alta Formazione “G. Lettimi” di Rimini. Il Kaddish, termine aramaico che significa Santificazione, è una delle più antiche preghiere ebraiche: suo tema centrale è l'esaltazione, la magnificazione e la santificazione del nome di Dio. La locuzione "dire Kaddish" si riferisce in modo inequivocabile ai rituali del lutto: persone in lutto "dicono Kaddish" per dimostrare che, nonostante la perdita, ancora lodano Dio. Spesso il Kaddish è usato infatti come momento di preghiera nel lutto, ed è recitato come parte dei rituali funebri dell’ebraismo in tutti i servizi di preghiera, per i memoriali come anche per i funerali. Possiamo anche scorgere, seguendo le prime linee del testo, come in realtà il Kaddish rechi già in sé il germe del Padre Nostro poi insegnato da Gesù Cristo, come una sorta di trait d’union fra le due confessioni religiose aventi la stessa origine.
Ravel, fortemente attratto dalla lingua ebraica e da quella yiddish, compose questo brano nel 1914, utilizzando come testo la versione ashkenazita del Kaddish nella sua forma più breve.
KADDISH (traduzione)
Sia magnificato e santificato il Suo grande nome
nel mondo che Egli ha creato conforme alla Sua volontà!
Venga il Suo Regno
durante la vostra vita e la vostra esistenza
e durante l'esistenza di tutto il popolo d'Israele
presto e nel più breve tempo! e dite, Amen.
Sia il Suo grande nome benedetto
per sempre e per tutta l'eternità!
Lodato, glorificato, innalzato,
elevato, magnificato, celebrato, encomiato,
sia il nome del Santo Benedetto. Egli sia
al di sopra di ogni benedizione,
canto, celebrazione, e consolazione
che noi pronunciamo in questo mondo! E dite, Amen
47900RiminiRN
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