Si sono svolte nella mattina del 10 febbraio per il “Giorno del Ricordo” le celebrazioni per la cerimonia alla Biblioteca di Pietra sul molo di Rimini, realizzata dall’estro dell’artista riminese nato a Fiume Vittorio D’Augusta, presente come ogni anno alla cerimonia. Il monumento, composto da trenta opere letterarie il cui titolo e autore è ora inciso su targhe in ottone posizionate sui grandi blocchi di pietra d’Istria, è aperto da un leggio musicale che si protende verso il mare, per sottolineare con la semplicità e la leggerezza il rispetto dei luoghi.  

Alla cerimonia, svoltasi in forma ristretta, erano presenti la vicesindaca Chiara Bellini, il capo di gabinetto della Prefettura, Immacolata Delle Curti, insieme a Gianni Ruzzier, rappresentante Unione degli Istriani, Monica Paliaga, rappresentante Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, l'artista Vittorio D’Augusta e altri rappresentanti delle tre associazioni presenti a Rimini che rappresentano gli esuli - “Unione degli Istriani”; “Ass.ne Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia” e “Comitato 10 Febbraio”.

Una celebrazione organizzato, in stretta sinergia con l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea di Rimini e il progetto di Educazione alla Memoria del Comune di Rimini,  con l’obiettivo di fare della memoria delle foibe e dell’esodo istriano dalmata un’occasione di conoscenza storica, per tenere aperto il confronto fra le differenti memorie, ed evitare ogni forma di rimozione e strumentalizzazione.

“E’ un luogo dell’anima - sottolinea il sindaco Jamil Sadegholvaad - perché sta all’esatto centro di una contraddizione: la montante possanza dell’infinito e la scheletrica fragilità dell’umano. Poteva stare solo lì, la ‘Biblioteca di Pietra’, straordinaria opera, partorita dalla mente e dalle mani di Vittorio D’Augusta. ‘Site specific' si direbbe nel linguaggio specializzato dell’arte. Ma quel leggio musicale e quelle targhe sono qualcosa di molto di più e di molto differente rispetto a qualsiasi altra installazione. Per noi, cittadini di questa parte di Adriatico, si tratta di una presenza discreta lungo il cammino di un rito periodico: ci passi di fianco, ti fermi a leggere nomi di scrittori e poeti, alzi lo sguardo e sbirci quel filiforme disegno nero che si oppone al mare. E guardi. In basso, davanti, oltre. C’è la storia.”

“Oggi, come un anno fa, come negli anni scorsi - dichiara la vicesindaca Chiara Bellini - siamo insieme per ricordare una parola bellissima e le persone che l'hanno onorata, tutelata, annaffiata con le loro esistenze. Quella parola è ‘Ricordo’: dal latino ‘re’ che significa ‘indietro’ e ‘cor’ che vuol dire ‘cuore’. Dunque, un tuffo al cuore e nel cuore. Un riferirsi ai sentimenti, alla memoria, alle vicende passate non solo nostre, consapevoli che solo non disperdendo questo patrimonio potremo progettare un futuro libero. Questa mattina siamo stati al porto di Rimini per una cerimonia istituzionale sobria, contraddistinta da un silenzio rotto solo dalla presenza della “Biblioteca di pietra”, un monumento che parla e può crescere anno dopo anno, insieme ai racconti e ai ricordi che ci tramandiamo. Il Comune di Rimini dedica le pagine di questo libro sulla pietra agli esuli istriani, fiumani, dalmati e alle vittime dei conflitti di confine e delle foibe.” 

 

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