COME SI DIVENTA NAZISTI? Il Terzo Reich e il genocidio degli ebrei in Europa

Attività per l'anno scolastico 2009/2010

“Per la memoria collettiva occidentale la Shoah è (…) diventata negli ultimi vent’anni, un avvenimento centrale che non cessa di mettere in discussione le basi della nostra modernità politica."

L’attività di Educazione alla Memoria che da molti anni l’Amministrazione Comunale promuove per le scuole della provincia di Rimini e per gli insegnanti di tutte le regioni italiane, nasce dall’intento di promuovere una migliore conoscenza della storia della deportazione e del genocidio degli ebrei, cercando di fare dell’insegnamento di Auschwitz non solo un insegnamento storico, ma innanzitutto un insegnamento politico, da problematizzare. Perché, come ha scritto lo storico Enzo Traverso"L'insegnamento della Shoah non può ridursi alla semplice illustrazione di un evento della storia, ma implica una riflessione sociale ed etica sui nostri valori, il nostro rapporto con il passato e il nostro comportamento sul presente.”

Perché una società arriva a decretare l’assassinio di una parte della propria popolazione? Perché è accaduto proprio in Germania? Perché cultura e barbarie non sono dissociabili nella modernità l’una dall’altra?

Insegnare la Shoah significa evitare di fare un’archeologia del disastro e scegliere piuttosto di ripercorrere le strutture del pensiero antidemocratico, al fine di capire come si può arrivare a promuovere forme di discriminazione, d’intolleranza, di prevaricazione e di violenza. Significa anche far comprendere ai nostri giovani che nelle camere a gas non sono stati uccisi solo gli Ebrei, ma è la concezione stessa di umanità che è stata distrutta. Non c’è più nome, volto, corpo della vittima.

Fare educazione alla memoria è difficile, talvolta sconfortante, ma non è impossibile. E' una sfida che va rilanciata, cogliendo anche le tante possibilità educative che l’insegnamento di tale evento ci offre, soprattutto aiutando i giovani ad interrogarsi e a riflettere affinché maturino un proprio senso critico, in grado di farli pensare e scegliere anche in società omologate e basate su modelli comportamentali di gruppo. Perché un progetto educativo deve essere in grado di trasmettere conoscenze, ma anche valori, ideali e speranze. E la speranza per i giovani sta proprio nella spiegazione centrale dell’insegnamento su Auschwitz: qualunque individuo confrontato con situazioni estreme può scegliere e la sua scelta non dipende mai dalla sua appartenenza politica di destra o di sinistra, né dal suo livello di istruzione o di cultura e nemmeno dalla sua appartenenza etnica o sociale. La facoltà di scelta dell’uomo dipende sempre e solo dalla sua capacità di ragionamento, di sapersi tirar fuori dal gruppo e di ascoltare la propria coscienza. Non è affatto una lezione disperata quella sulla Shoah, al contrario, essa rivaluta pienamente la nostra capacità di saper pensare e di agire di conseguenza.

Laura Fontana
Responsabile Progetto Educazione alla Memoria

                                                                                                          


                                                                                                                                                                  

Opuscolo Progetto 2009-2010