Quando si parla di Shoah occorre innanzitutto definire l’oggetto della questione, ovvero definire il fenomeno in termini storici, parrebbe banale e scontato, eppure si assiste ancora oggi, soprattutto in molti manuali di testo in uso nelle scuole, a una certa confusione e a un pericoloso amalgama che non aiuta la comprensione corretta degli eventi.

La Shoah - termine ebraico che significa catastrofe, distruzione- è stata l’uccisione programmata e sistematica di almeno 6 milioni di ebrei, attuata in Europa, durante la Seconda Guerra mondiale, dalla Germania nazista e dai suoi collaboratori, in un’indifferenza quasi totale del resto del mondo. È la messa in opera di un gigantesco apparato politico, amministrativo, economico, al servizio di un solo obiettivo: la distruzione degli ebrei. È un genocidio, non il primo nella storia, né l’ultimo purtroppo, poiché solamente 16 anni fa il Ruanda fu teatro di uno sterminio spaventoso, perpetrato in pochi mesi e sotto gli occhi dei caschi blu dell’Onu.

Occorre spiegare ai nostri studenti perché è importante la definizione di genocidio, che è una definizione giuridica e politica, non una definizione morale. Il genocidio è uno dei crimini contro l’umanità, ma non tutti i crimini contro l’umanità sono da considerarsi genocidi. La difficoltà di interpretazione di un evento, come ad esempio la pulizia etnica nei territori della ex Jugoslavia negli anni ’90, sta nella lettura morale ed emotiva che tende a prevalere sull’analisi della natura specifica del crimine.  ...Continua a leggere 

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