Attività per l'anno scolastico 2011/2012
Noi dobbiamo creare lUomo Nuovo
così che la nostra razza
non soccomba alla degenerazione dei tempi moderni.
Adolf Hitler (Dichiarazione allassemblea del partito a Norimberga, 1935)
Le razze umane esistono, ma solo nella nostra testa: nel modo
in cui guardiamo e classifichiamo il nostro prossimo.
Guido Barbujani, genetista
Il persistere dei fenomeni di razzismo, xenofobia e antisemitismo in Italia e negli altri Paesi europei, rappresenta una sfida importante per le nostre società e, benché sia difficile quantificare lesatta entità del problema, è tuttavia impossibile ignorarlo. Anche se la ricerca scientifica ha dimostrato lirrilevanza del concetto di razza, una persistente mentalità razzista induce allinsofferenza nei confronti delle etnie e delle culture diverse.
Con inquietante regolarità assistiamo ad atti di discriminazione e di violenza di matrice razzista nei confronti degli immigrati e dei soggetti percepiti dalla maggioranza come diversi. Ancora più allarmante è una tendenza occulta e molto diffusa nellinconscio collettivo al pregiudizio e alla discriminazione - atteggiamento mentale che è riscontrabile in vari ceti sociali - nonché luso sempre più comune di un linguaggio razzista nelle manifestazioni politiche pubbliche e negli eventi sportivi come, ad esempio, nel mondo del calcio. NellEuropa degli anni Venti e Trenta nozioni pseudoscientifiche come la razza ariana, la razza italica e la razza ebraica furono ampiamente accreditate dal mondo accademico e culturale e ben prima dellavvento del regime nazista in Germania diversi illustri medici, antropologi, genetisti postularono lesigenza di migliorare la specie umana mediante una selezione interna dei suoi elementi migliori e più forti, sopprimendo quelli malati o deboli.
Occorre dunque indagare quei modelli di pensiero, accreditati da buona parte del mondo accademico internazionale, che, giustificando la necessità di perseguire il bene collettivo e il progresso dellumanità, contribuirono a propagare da un lato lodio per il diverso, il nemico da sradicare dalla faccia della terra (lebreo) e dallaltro la convinzione che fosse giusto e necessario sbarazzarsi delle vite indegne di vivere. Senza lavvallo della scienza e della medicina, la propaganda, da sola, non sarebbe riuscita a rendere plausibili ed accettabili le proprie teorie. Ma esplorare il peso che la cultura scientifica e razzista ebbe nella formazione del nazionalsocialismo, nonché la responsabilità nel giustificare pratiche di morte, permette di comprendere il legame che collega strettamente la politica eugenetica - che fin dal luglio 1933 autorizza in Germania la sterilizzazione coatta delle persone affette da disabilità e patologie ereditarie - con il processo di discriminazione e di espulsione dalla società tedesca dei suoi cittadini ebrei. Perché fu proprio attraverso un crescendo di misure sempre più drastiche per purificare la popolazione dagli elementi imperfetti e considerati incompatibili col sangue ariano che il regime hitleriano riuscirà a compiere il salto tra la teoria e la pratica, ovvero realizzando concretamente il programma di assassinio di massa dei disabili (operazione Aktion T4), anticamera del genocidio degli ebrei.
Il seminario intende delineare il terreno culturale che nel corso del XVIII e del XIX secolo ha preparato la Shoah e, più in generale, gli altri genocidi e massacri di massa del Novecento, tentando di individuare e mettere in luce alcune tappe fondamentali di quel percorso tutto europeo che, allontanatosi dallinsegnamento positivista del Secolo dei Lumi (liberté, égalité, fraternité), condusse a concepire e realizzare programmi di annientamento dellaltro, in nome della razza. Per completare il quadro storico, verrà approfondita anche la cultura antisemita e razzista che, nella Germania nazista e nellItalia fascista, produssero misure di discriminazione e di persecuzione nei confronti degli ebrei. Resta, tuttavia, prioritario e centrale lobiettivo di stimolare una riflessione più generale sulla responsabilità individuale e sulla capacità di compiere scelte consapevoli, con lambizione di promuovere nei giovani la costruzione di una coscienza etica e politica fondata sul valore della vita umana e dei principi democratici.
Laura Fontana
Responsabile Progetto Educazione alla Memoria