Riflessioni del viaggio Germania 2007

Viaggio studio a  Berlino (3-6 maggio 2007)
Qui di seguito le riflessioni di alcuni partecipanti.

Il 3 maggio 2007 è iniziato un viaggio.................
Quei puntini non sono lì per caso, ma stanno a simboleggiare che non basta una sola parola o un solo grande aggettivo per descrivere il nostro viaggio, ma ci vuole molto di più.
Questa nostra esperienza, condivisa anche con altri ragazzi di diverse scuole superiori, è stata molto più che un semplice viaggio di istruzione o una divertente gita scolastica; è stato un vero e proprio percorso storico che ci ha portato ad osservare dal vivo e con i nostri occhi alcuni luoghi legati alla storia del nazismo e della deportazione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Nei quattro giorni passati a Berlino abbiamo visitato molti luoghi interessanti, (che non sto ad elencare perché mi sono piaciuti tutti), che hanno subito saputo colpire la mia attenzione (come credo anche l'attenzione dei miei compagni) lasciandomi......... comunque un po' sbalordito.
Il perché è subito spiegato dal fatto che, la maggior parte dei luoghi visitati e dei fatti accaduti al loro interno di essi, non sono di facile reperibilità su qualsiasi manuale di storia.
E io stesso ne sono venuto a conoscenza solo durante la visita, approfondendo quindi argomenti già trattati nell'ambito scolastico e ampliando il mio bagaglio culturale.
L'affiatamento fra noi ragazzi era alle stelle; infatti sono bastate poche ore per fare amicizia con tutto il gruppo, anche se la maggior parte di noi non si era mai vista in giro se non agli incontri.
Eravamo un gruppo saldamente unito interessato e, lasciatemelo dire, "preparato" che ha saputo distinguere bene i momenti di "studio" dai momenti di svago.
In questo viaggio sono stati pochi i momenti di cosiddetto"Relax"; ma la stanchezza per gli spostamenti non ci ha penalizzato molto.
Anzi, in ogni spostamento le "chiacchierate" e gli "scambi di opinioni" erano molto frequenti sia fra noi ragazzi che fra ragazzi e gli accompagnatori e ciò ha favorito il crearsi di un legame molto forte fra tutti i componenti della "spedizione".
Molto utile è stato anche il seminario di formazione pre-viaggio che ci ha illustrato tramite diapositive, filmati e dibattiti collettivi, l'argomento del Razzismo in tutte le sue forme.
Quindi posso dire che il viaggio è la parte conclusiva che fa da cornice ad un progetto organizzato in maniera perfetta da un gruppo di persone appassionate dell'argomento e che ci tengono a mettere a disposizione il PROPRIO TEMPO per noi ragazzi, in modo tale da farci comprendere il vero significato della parola MEMORIA e il perché noi, ancora oggi, ricordiamo quegli avvenimenti. Perciò un IMMENSO GRAZIE va alla PROVINCIA DI RIMINI e alle altre ISTITUZIONI che ci hanno dato questa meravigliosa opportunità di fare un viaggio tutto a loro spese.
Ma non si possono dimenticare tutti i NOSTRI GRANDI ACCOMPAGNATORI che ci hanno "accudito" e "sopportato" per tutto il viaggio a partire da: Laura Fontana la nostra Guida (che per molti di noi si è trasformata in una seconda mamma); Carla Monti la nostra Coordinatrice (che anche senza pullman ci ha permesso di girare Berlino in Metrò e Bus senza problemi); Lidia Gualtiero la nostra Prof (con lei ci sentivamo un po' a scuola e non ci ha mai fatto scordare che quest'anno c'è l'esame); Francesca Panozzo la nostra Consulente (ci dava soprattutto indicazioni storiche ma anche su altri argomenti aveva consigli per tutti i gusti);
Giancarlo Sormani il nostro bodyguard (d'altronde qualcuno doveva pur sorvegliarle tutte queste donne); ed Emma Petitti la nostra Rappresentante Comunale (che ha controllato con occhio vigile tutto lo svolgimento del viaggio). A queste persone va tutta LA MIA RICONOSCENZA per avermi fatto vivere questa favolosa esperienza che ricorderò per tutta la VITA!!!!
Simone Donati - 5° Istituto Tecnico Industriale L. Da Vinci - Berlino 2007


4 giorni a Berlino..
Non ho mai particolarmente amato la storia..non parlo della storia "sociale" che potrei definire "umana",ma della storia politica di quella "di guerra" che si studia sui libri di scuola..mi è sempre stato difficile studiare quelle intere pagine di date,luoghi,trattati e battaglie nelle quali la storia dell'uomo sembra soltanto un grande e complicato gioco di società nel quale a turno i vari paesi e i vari personaggi politici del momento muovono le loro pedine..quelle pagine nelle quali quasi si perde la concezione che nei vari paesi in cui hanno luogo sconvolgimenti politici e guerre ci sono soprattutto delle persone che vivono in quel luogo in quel determinato momento storico..
Ho così deciso,all'inizio di quest'anno scolastico,di frequentare il corso "Razzisti si diventa? La costruzione dell'immagine del nemico nella Germania nazista e nell'Italia fascista" promosso dal comune della mia città,Rimini,anche nella speranza di affrontare in modo più motivato il programma di storia dell'ultimo anno del liceo,nel quale rientra appunto il fascismo,il nazismo e la seconda guerra mondiale.
E così è stato:pian piano..incontro dopo incontro rimanevo sempre più colpita dai temi trattati trovando finalmente l'"anima" di quegli anni così importanti e dolorosi della nostra storia..finalmente non s parlava soltanto di leggi,trattati e battaglie ma anche e soprattutto delle PERSONE.
Poi ho avuto anche l'opportunità di fare insieme ad altri 38 ragazzi di diverse scuole d Rimini il viaggio-studio a Berlino ai luoghi della memoria..in quei 4 giorni abbiamo ripercorso un po' le "tappe" principali della capitale in quegli anni..la bellissima e terribile casa di Wannsee..la Topografia del Terrore..il campo di concentramento di Sachsenhausen..in quei luoghi (in particolare nella casa di Wannsee e al campo di Sachsenhausen) era come rientrare nella storia e non considerarla più come appunto una storia,una favola,non vedendola come qualcosa di lontano da noi e dalla nostra vita bensì in quei luoghi la storia si è per me concretizzata,è diventata una cruda realtà molto più vicina a me di quanto avessi mai pensato..
Così,tornando a casa dal viaggio,oltre ai bei ricordi dei momenti passati con gli altri ragazzi che ho avuto modo di conoscere,ho portato anche questa consapevolezza che ho avuto ancor più modo di sentire nei giorni successivi,a scuola..quando sento spiegare dall'insegnante quegli anni di storia o parlare i miei compagni di classe durante le interrogazioni (senza nulla togliere a nessuno e senza fare nessuna critica) sento quasi sempre che "manca qualcosa" sento che alla maggior parte di loro manca la vera consapevolezza dell'"anima" di quegli anni così importanti e terribili che ho avuto modo di conoscere.
Esmeralda Neri - 5° Liceo Scientifico A. Einstein


COSA RIMANE ANCORA IN ME DEI TRE GIORNI TRASCORSI A BERLINO?
Aver potuto afferrare, seppur in breve, una città poliedrica e on continua evoluzione come Berlino ha rappresentato per me un percorso di consapevolezza cruciale, un'esperienza di formazione decisiva.
Io non definirei tutto questo una semplice vacanza di studio nozionistico, ma una lezione di vita dalla forte valenza educativa che ha profondamente investito, intimamente coinvolto la mia umanità.
Come è stato possibile l'avvento del Nazismo? Attraverso quali modalità si può giudicare la violenza inaudita, la brutalità assurda nei confronti di uomini e donne, Brbaramente condannati e condotti a morte?
Non è semplice e nemmeno immediato dare una risposta chiara e sicura quando ci si trova immersi in una capitale, vasta e dispersiva, che si è configurata, dal '33 al '45, come il teatro travolto dalla gratuita banalità del male.
Anna Harendt, teorica politica della moderna società di massa, filosofa di origine ebraica che ha condiviso, con il suo popolo, un triste destino di persecuzioni, ha concepito l'assenza di pensiero originale, la mancata attuazione della propria responsabilità civile, l'esistenza appiattita, superfciale dell' animal laborans, ingrigita dal mero e meccanico soddisfacimento dei bisogni biologici primari come le condizioni di necessità-o meglio, di possibilità-del Totalitarismo tedesco che, chiudendosi al dialogo, ad un confronto dialettico paritario, all'alteritas unica e irriducibile del reale, ha tradotto la calorosa passione del vivere in un vuoto schematismo, nell'algida logica di un'idea.
La conseguenza di questa impassibile ideologia ha trovato il suo più esemplificativo manifestarsi nelle unità concentrazionarie, dove ogni mobile e dignitosa espressione umana si è fatt cenere, dove è stato sradicato e prepotentemente eliminato il ricordo, cioè la forma della memoria maggiormente connessa alla perdita di un caro.
L'oblio non aiuta: di questa lezione sono a conoscenza i tedeschi di oggi che, di fronte alle tracce visibili di un passato soffocante non si dichiarano indifferenti né rfuggono da lavare, pubblicamente, i loro brandelli di panni sporchi, ma compiono una seria analisi su ciò che è stato, integrando gli insegnamenti storici in vista di un futuro migliore o comunque fatto di uomini capaci di conservare, redimere per poter procedere oltre, fiduciosi.
Valentina Zamagna - 5° Liceo Classico G. Cesare


Berlino mi ha molto sorpresa....in precedenza mi era stata narrata come una città triste,molto triste.... quindi mi ero fatta l'idea di un luogo angusto con poco verde con architetture pesanti, opprimenti e un'atmosfera tetra..........mi sbagliavo. Ho trovato Berlino una città sicuramente molto particolare,vitale,interessante e soprattutto significativa. Significativa proprio perché è ricca di significati intrinseci talvolta nascosti che non possono esser compresi senza una spiegazione...infatti in ogni luogo si ritrova la memoria del passato che pur essendo un passato scomodo non è obliato ma anzi vi è un estrema attenzione ad esso tanto che in alcuni luoghi di memoria significativi non si è ricostruito per non cancellare le tracce di ciò che in essi esisteva, come nel caso del posto in cui si trovava la sede della Gestapo dove ora è stata istituita una mostra a cielo aperto chiamata Topografia del Terrore.
Altro luogo della memoria,all'aperto ed accessibile a tutti,ad avermi sicuramente colpita è il memoriale dell'Olocausto vicino alla porta di Brandeburgo. Si tratta di un percorso labirintico del tutto particolare costituito da 2.711 blocchi in cemento progressivamente più alti verso il centro in modo tale da rendere la prospettiva di chi lo percorre sempre più ristretta e soffocante. Inoltre il pavimento è ondulato ed in salita e percorrerlo nel silenzio della sera mi ha trasmesso una forte sensazione di disorientamento,di incertezza e di smarrimento, la fine di questo percorso sembrava molto più lontana di quanto non apparisse vedendolo da fuori e poi questi blocchi di cemento grigi,lisci e squadrati, allineati in una schiera ordinata ed infinita(perché la prospettiva non permette di vederne la fine) mi hanno fatto immediatamente pensare a tante lapidi di uomini ormai senza volto e senza nome...che chiedono però di essere ricordati.......di non essere solo numeri sulle pagine di un libro scolastico,numeri che devono esser imparati a memoria se si vuole un bel voto...ma persone realmente esistite e brutalmente uccise.
Tuttavia la sensazione più forte mi è stata trasmessa dalla visita a Sachsenhausen,campo di concentramento vicino a Berlino.....contrariamente a quanto pensavo a farmi venire i brividi non è stato solamente vedere i forni crematori dove miglialia di cadaveri furono bruciati...ma entrare nelle baracche per rendersi conto di come 'vivessero' queste persone prima di esser ammazzate. Noi ragazzi siamo entrati in una di esse in meno di trenta in fila per due....ma appena passata la soglia mi si è spezzato il respiro per l'aria calda per il forte odore di chiuso e di legno riscaldato dal sole(era molto caldo in quei giorni) ed ho subito pensato a come fosse possibile a 300 persone respirare lì dentro con un simile caldo....sulla sinistra c'erano una serie di stanze un bagno con delle vasche tonde al centro... l'ambiente sarà stato grande cm un salotto...poi i servizi igienici erano così pochi....ed i letti pur essendo a castello e tripli erano evidentemente troppo pochi quindi che queste persone erano tutte ammassate e non so davvero cm potessero resistere in un ambiente tale in tali condizioni e trovar la forza di non morire,di non lasciarsi morire...vedendo questi luoghi facendone esperienza sensibile ci si rende veramente conto di cosa intendeva dire Levi scrivendo che non si è più uomini ma bestie, animali che non sentono nulla se non la fame che muoiono per un sì o per un no...e che eppure per non attaccarsi tra loro giocano a dadi perché sia la sorte a decidere a chi spetti il pezzo di pane più grosso....vedere con i propri occhi questi luoghi, rende possibile capire che quando si parla di Shoah e di sei milioni di ebrei morti non si parla di numeri...ma di persone ognuna con una propria storia e con la propria sofferenza. Per questo a mio parere viaggi studio come questo a cui ho partecipato sono molto importanti per noi studenti e colgo l'occasione per ringraziare di cuore il Comune di Rimini e tutte le persone che l'hanno reso possibile.
Barbara Montanari - 5° Liceo Classico G. Cesare


Sicuramente un viaggio stupendo. Abbiamo avuto la fortuna di essere un gruppo davvero affiatato fin da subito, e abbiamo affrontato al meglio quattro giorni di scarpinate su e giù per Berlino.
Partiamo da Berlino: città davvero stupenda, perfetta. Abbiamo avuto anche il meteo dalla nostra e quindi sole, caldo, e poco traffico. Per quanto riguarda l’organizzazione ero un attimo scettico sullo spostarci coi mezzi pubblici. Devo rimangiarmi tutto, l’idea è stata geniale e c’è stato il doppio del divertimento rispetto a ore e ore di pullman. Per quanto riguarda i luoghi visitati sapevamo tutti benissimo che sarebbe stato un week-end tosto, sia come quantità di musei e monumenti da vedere, sia per la difficoltà dell’argomento trattato. Ne è valsa la pena però: luoghi come il museo ebraico o il memoriale dell’olocausto o la porta di Brandeburgo o la casa di Wannsee o il Reichstag in un modo o nell’altro ci hanno lasciato davvero qualcosa. Come giudizio personale, non ho apprezzato a pieno il campo di concentramento di Sachsenhausen, ma solo perché i cambiamenti che sono stati apportati (a partire da quelli russi) lo hanno privato secondo me dell’atmosfera di angoscia che ho respirato nel campo di Mauthausen, quando ho avuto la possibilità di visitarlo un paio di anni fa. Per il resto è stato un viaggio d’istruzione e distruzione fantastico. Per quanto riguarda la parte storica mi tocca ricredermi anche sulle relatrici, le integrazioni su Wannsee, sulla guerra fredda si sono rivelate più interessanti di quelle delle guide locali, e forse costruttive ai fini di una tesina per l’esame.
Nel complesso quindi il progetto si è sviluppato al meglio, anche grazie alla nostra superba partecipazione!
Buldrini Lorenzo - 5° Liceo scientifico A. Einstein


Ciao Laura scusa se ho impiegato molto tempo prima di scrivere le mie considerazioni sul viaggio. Comunque non ho molto da scrivere e penso che il fattore più importante del viaggio sia stata l'impeccabile organizzazione; è riuscita molto bene. Voi che ci avete accompagnato poi siete stati disponibili e avete saputo tenere compatto il gruppo (cosa non facile).
Descrivendo l'esperienza che ho avuto posso dire che il primo giorno, pur molto faticoso, é stato per me uno dei più intensi e interessanti soprattutto per merito tuo e di Claudio Cassetti (se riandrete a Berlino vi consiglio di ricontattarlo come guida perchè è veramente bravo).
Per quanto riguarda il secondo giorno avrei delle obbiezioni sulla conduzione del percorso all'interno della casa a Wansee; è risultato confusionario e dispersivo,ma non per questo non mi è piaciuto andarci anche perchè ritengo che sia una tappa obbligatoria dato l'argomento trattato.Interssantissimo è stato il museo ebraico, peccato il limitato percorso:mi sarebbe piaciuto affrontare tutti i percorsi anche se so bene che non c'era la possibilità(bisognerebbe star lì un giorno intero).
Il terzo giorno a differnza degli altri due si è dimostrato completamente diverso da come me lo aspettavo; il campo è stato abbastanza difficile da visitare mi è sembrato di essre lì con i deportati si respirava un'atmosfera fredda e macabra.
Il giorno del ritorno invece (quello con un po' più di libertà) è stato abbastanza leggero ed è stato molto suggestivo vedere l'altra faccia di Berlino; la tua lezione all'aperto è stata semplice e concisa anche la
Gualtiero (nonchè la mia capogruppo) è stata bravissima.
Vorrei ringrziarvi ancora per avermi fatto partecipare al viaggio e spero di risentirvi presto.
Come unica precisazione che vorrei farvi è che l'unico fattore mancante era un pullman che ci potesse agevolare negli spostamenti. Dovreste chiedere più soldi alla provincia per il finanziamento del corso.
A presto
Marco Piersanti - 5° Istituto Tecnico Industriale L. Da Vinci


"Sono molte le atrocità del mondo e moltissimi i pericoli. Ma di una cosa sono certo:il male peggiore è l'indifferenza"
Così Eliezel Wiesel, deportato da giovane nel campo di concentramento di Auschwitz, descrive tutto il dolore e le atrocità subite in quegli anni trovando nell'indifferenza la principale colpevole.
È l'indifferenza che uccide, l'indifferenza che paralizza il pensiero e che crocifigge la vita. È l'indifferenza che noi tutti abbiamo abbattuto e superato a Berlino in quei tre giorni intensi e ricchi!Ricchi dei luoghi, ricchi delle emozioni, ricchi dei volti ma soprattutto ricchi di memoria!Una memoria che ci impone di andare avanti e che ci chiama ad essere i nuovi testimoni di un passato sempre presente, per qualcuno scomodo ma degno di essere ricordato. Sempre! Soprattutto in quei giorni mi sono chiesto chi, quando non ci saranno più le vittime a raccontarci questo importante e triste lembo di storia,chi ci sarà al loro posto, chi racconterà, chi non permetterà che la loro memoria venga infangata dalla routine delle nostre vite? Poi la mia domanda si è subito esaurita quando ho potuto conoscere meglio Laura, Lidia e Carla...e ho capito che il loro lavoro è straordinario e la dedizione che ci mettono disarmante. Quello che fanno è una missione continua ma anche una grande scommessa. Non tutti si azzardano a scommettere con noi giovani! Questo viaggio è stato la prova lampante che la nostra generazione ha solo bisogno di essere ascoltata e valorizzata. Laura ha creduto in noi e noi ci siamo fidati e il risultato è stato positivo. Mi sono subito lasciato contagiare e oggi a distanza di un mese porto ancora vivi nel cuore i ricordi di questo viaggio. Poter toccare con mano ciò che sui banchi di scuola restano solo nomi lontani e appannati dal tempo non ha prezzo. Una lezione, quella imparata a Berlino, che ognuno di noi dovrebbe aver chiara nella propria vita. Non si parla di numeri,di dati,di fatti o di guerre;si parla dell'uomo, dei suoi errori, dei suoi crimini ma anche dell'incredibile forza d'animo di cui più e più volte ha dato prova e si è servito per risollevarsi!E questo lo sanno bene i tedeschi e gli abitanti di Berlino per primi, che ancora pagano quel debito non loro ma di un'intera umanità. Berlino è stata e sarà per me sempre importante, non solo perchè a conclusione di un cammino fatto insieme ma perché a inizio di una nuova ricerca e di un nuovo studio. Grazie di cuore!!! Non dimenticherò!
Lorenzo Conti - 5° Liceo Classico G. Cesare


IL VIAGGIO STUDIO A BERLINO, MOLTO PIU' DI UN' ESPERIENZA
Tutto è partito da una circolare arrivata tra i banchi di scuola. A noi studenti di quinta veniva offerta dal comune di Rimini la possibilità di partecipare a un seminario sull'educazione alla memoria per sapere, imparare, ricordare ciò che ha provocato il razzismo,partendo dalla discriminazione fino all'ideazione dell'universo concentrazionario nazista. Pur non essendo un'appassionata di storia, decisi di aderire al progetto perché l'anno prima, durante una visita al campo di concentramento di Mauthausen, ero stata completamente atterrita da una realtà talmente lontana dalla mia quotidiana,talmente inimmaginabile che mi rimase dentro per mesi, senza che riuscissi a dimenticarla. Volevo ritrovarla, riviverla lucidamente e capire, capire da dove,da cosa era nata,perché e,soprattutto, come era stato possibile creare quell'orrore, un orrore così esplicito ed esibito da diventare, nella sua follia, sorprendentemente familiare e accettato. La mia era un'esigenza. Grazie al seminario quest'ultima era stata in parte colmata, ma è stato il viaggio a Berlino a far nascere in me nuove domande e a regalarmi la consapevolezza dell'impossibilità di trovarne le risposte. Avevo smesso troppo facilmente di interrogarmi tanto ero abituata alla sicurezza e alla facilità della mia vita. L'esperienza di Berlino mi ha permesso di ricordare,rivivere,ritrovare quella realtà che tanto mi aveva spaventato e che volevo conservare per avere sempre presente l'ampio intervallo di bene e di male che l'animo umano può ricoprire. Questo è uno dei motivi per cui devo essere grata a chi mi ha dato l'opportunità inaspettata di partecipare al viaggio.
Per esempio, la visita al campo di concentramento di Sachsenhausen e alla casa della conferenza di Wannsee ci hanno permesso di ricostruire alcune delle tappe di un processo talmente inspiegabile da sembrare incomprensibile,a partire dalla riunione dei gerarchi nazisti per decidere a tavolino il metodo più efficace per la cosiddetta "soluzione finale". Durante quei quattro giorni ci siamo immersi in un mondo completamente diverso, in un passato che non si può,secondo me,definire storia perché è possibile riviverlo in qualunque momento, essendo stato delineato da sentimenti che rimangono sempre alla base dell'animo umano.
Ho capito ciò mentre camminavo tra le stele di cemento di forma quadrangolare del memoriale Holocaust Mahnmal,esperienza a mio parere più significativa. Infatti,passando tra infinite stele alte fino 4 metri sembrava di essere piccoli,soli,sottomessi a qualcosa di più potente,capace di far perdere l'orientamento,la lucidità di fronte a quel labirinto che sembrava un gigantesco cimitero. Questa,penso,fosse la volontà dell'architetto che,dovendo rappresentare un memoriale per gli ebrei uccisi durante la guerra,ha ritenuto importante far provare anche ai visitatori quegli stati d'animo che,fino alla fine,governarono la vita delle vittime.
Il viaggio non è stato una semplice lezione di storia,se così possiamo definire quegli avvenimenti,ma è stato una possibilità di riviverla,grazie anche ad accompagnatori e guide molto preparati. Abbiamo fatto nostri quegli eventi che,altrimenti, sarebbero rimasti solo una noiosa pagina del libro di storia.
Per me è stato più di un'esperienza in quanto mi ha lasciato domande a cui non so ancora dare risposte,aprendo la strada ad una ricerca,secondo me doverosa, per capire,se è possibile,cosa ha generato quella parte nera e buia del nostro passato. Mi ha lasciato,per questo,anche paure:non conoscendo l'origine della malattia,non è possibile curarla,di conseguenza,essa può colpire di nuovo. Per fare in modo che ciò non avvenga occorre dare stimolo alla conoscenza consapevole degli eventi e alla ricerca delle cause; il Comune, attraverso questi progetti, riesce ad agevolare entrambe,soprattutto tra i giovani,il futuro della società,permettendo loro di non dimenticare. Spero,dunque,che l'opportunità che io ho ricevuto sia regalata anche ad altri perché dimenticare è sempre più facile in una società ogni giorno più lontana e indifferente agli errori del passato.
Missiroli Silvia - 5° Liceo Scientifico A. Einstein


Il viaggio a Berlino è stata una delle esperienze più belle che io abbia mai fatto; è stata la ciliegina sulla torta di un corso che mi ha appassionato molto, è stato il realizzarsi di un desiderio che porto dentro di me da quando ho iniziato a studiare la storia con occhi un po' più maturi. La storia del nazismo, della seconda guerra mondiale e di tutto ciò che concerne l'argomento mi ha sempre incuriosito e affascinato e grazie a questa esperienza ho conosciuto persone che erano lì per il mio stesso motivo, con le mie stesse passioni e intenzioni.
Forse la cosa che più ha reso bello il nostro percorso è stato il fatto di viverla non come una gita scolastica tesa al divertimento e allo svago, come di solito gli studenti la intendono, ma proprio come un percorso formativo. In quattro giorni abbiamo visitato una miriade di luoghi tutti veramente eccezionali, viaggiando tra i vuoti di passato e presente e ci siamo resi conto di realtà difficili, abbiamo toccato con mano cosa significa il termine "MEMORIA" per la Germania dei nostri tempi e quale pesante fardello devono portarsi dietro i tedeschi per ciò che è accaduto e che non va assolutamente dimenticato. Abbiamo visitato luoghi storici importanti, ci siamo resi conto di come era Berlino ai tempi della guerra, quali erano le istituzioni e qual era la loro funzione all'interno dell'organizzazione nazista. I luoghi visitati mi sono piaciuti veramente tanto, anche se le giornate erano lunghe ed intense, la voglia di vedere e di conoscere questa realtà era tanta, e la stanchezza non ci ha penalizzato.
Per quanto mi riguarda personalmente, il viaggio mi ha entusiasmato molto, vedere Berlino e capire come vivono e sopportano la storia i tedeschi mi ha sorpreso molto, scoprire i punti più importanti e strategici della città e capire realmente quali erano le istituzioni e come si organizzavano è stato molto interessante. I luoghi che mi hanno colpito particolarmente sono stati il museo ebraico, il suo simbolismo, le stanze vuote e le varie testimonianze che esso contiene, i memoriali della Shoah e la Topografia del Terrore. Per quanto riguarda il campo di lavoro di Sachsenhausen, mi ha fatto uno strano effetto, nel senso che mi ha toccato profondamente però non ha soddisfatto del tutto le mie aspettative forse per il fatto che è un campo di lavoro e non di sterminio, quindi diciamo che me lo immaginavo diverso. La particolarità di questo viaggio anche quella di riunire tanti ragazzi che sono lì perché hanno una passione, un interesse in comune e quindi è molto semplice e immediato fare amicizia e condividere le proprie idee e i propri pensieri.
Spero veramente che questo progetto della memoria possa continuare e che gli studenti aderiscano perché è un'esperienza bellissima, assolutamente da non perdere. La storia che studiamo sui manuali scolastici appare spesso noiosa e inutile mentre invece questo è un modo intelligente e costruttivo di studiare la storia, visitando luoghi dove sono avvenuti eventi importanti e immergersi completamente in queste atmosfere.
Inoltre le persone che organizzano questi viaggi studi sono persone capaci di trasmettere ai ragazzi la loro passione, vedendo e insegnando la storia non solo come una serie di date ed eventi ma come un qualcosa di profondamente umano capace di educare le persone.
Ringrazio di cuore le organizzatrici e tutti coloro che ci hanno permesso di partecipare al corso e al viaggio sperando veramente che questo progetto possa continuare, e sperando di potermi aggregare al viaggio dell'anno prossimo ( scherzo!) !!! Grazie ancora...
Lorenza Fabbri - 5° Liceo Scientifico A. Serpieri


Quando a scuola era arrivata una circolare su un corso organizzato dal Centro per l'Educazione alla Memoria riguardante il razzismo nella II Guerra Mondiale decisi di partecipare sia per un mio interesse personale all'argomento sia per un approfondimento su una parte del programma scolastico di storia. Il corso si rivelò molto interessante non solo perché toccava aspetti delle vicende originali ma anche perché ogni lezione era strutturata in maniera particolare, più interattiva e coinvolgente delle classiche ore in classe. Gli incontri diluiti in un inverno non furono pesanti da seguire e le due ore in cineteca scorrevano veloci grazie a diapositive, filmati e esercizi di gruppo. Pure i compiti a casa, col supporto delle dispense, non erano troppo impegnativi e anzi ti aiutavano a riflettere su ciò che si era detto in precedenza. Eppure l'idea del viaggio a Berlino rimaneva più una vaga speranza che un pensiero concreto cui puntare: la notizia della reale possibilità di partecipare al progetto quindi risultò la "ciliegina sulla torta" di un percorso già bello e formativo di per sé!
Partivo con tre mie compagne di classe perché degli altri partecipanti si poteva dire che ne conoscevo solo qualcuno di vista, e tra l'altro il programma dettagliatissimo che ci era stato fornito ci prospettava quattro giorni intensi sia a livello fisico che psichico, quindi non facevo affidamento sui rapporti interpersonali che avrei potuto instaurare con gli altri studenti. Ma già alla partenza da Rimini, nonostante fossero le 3.30 di notte, tutti sembravano amici di tutti, e in breve questa apparenza si trasformò in concreti rapporti di amicizia che durano tuttora, al ritorno alla vita normale di tutti i giorni. Comunque, sia il viaggio in pullman che i due voli in aereo -compreso lo scalo- andarono benissimo e all'arrivo a Berlino una fortuna sfacciata ci fece trovare un sole estivo per tutta la nostra permanenza! Io non ero mai stata in Germania, e quindi quella fu la prima volta che misi piede in terra tedesca: dire che l'impressione iniziale fu stupenda è poco, la pulizia delle strade e l'architettura stessa dei palazzi mi colpirono positivamente, e anche l'ordine delle persone era una cosa ammirevole. Soprattutto però rendermi conto di quanto oggi Berlino sia effettivamente una metropoli aperta e multietnica mi colpì dal profondo. La "Casa della Gioventù" in cui soggiornammo era veramente quello che faceva al caso nostro, perché era accogliente, con camere spaziose, e quel poco di confusione che facevamo la sera raccogliendo le nostre ultime forze prima di crollare nel letto ci era concessa!
Già dal I giorno l'organizzazione per i mezzi di trasporto e le varie coincidenze fu impeccabile -per questo un ringraziamento particolare alla Carla- e la presentazione generale della città di Berlino per opera di Klaus con la visita della Porta di Brandeburgo, del Memoriale dell'Olocausto, e del Palazzo governativo ci fecero inquadrare subito bene nell'esperienza che stavamo affrontando. Devo dire che vedere dal vivo la Porta di Brandeburgo fu una bella soddisfazione, in quanto era un po' come trovarsi nelle foto dei libri di storia dell'arte che ho sempre dovuto studiare, mentre molto toccante fu il passaggio all'interno del memoriale, concepito diversamente dai nostri canoni di opera monumentale ma che simbolicamente riuscì ad esprimere in modo migliore la drammaticità dell'evento che ricordava. La cena ai diversi ristoranti fu una trovata molto riuscita a mio parere, perché oltre a mangiare in posti e piatti tipici si aveva anche la possibilità di girare punti diversi della città, e la passeggiata finale dell'ultima sera coronò questo delizioso "tour by night".
La visita alla Villa della Conferenza di Wannsee del II giorno ci fece un po' rivivere e immaginare quello che era accaduto 65 anni fa nelle stesse stanze in cui ci trovavamo noi, e ci fece prendere coscienza dell'assurdità di certi avvenimenti tanto folli e paradossali quanto storicamente veri. La giornata poi si concluse con la visita guidata al Museo Nazionale per gli Ebrei, un museo fuori da ogni schema tradizionale e per questo ancora più appassionante alla storia trattata, che a me piacque tanto da aver come un rimorso il fatto di non averlo potuto girare tutto e approfonditamente.
La mattina del III giorno alla Topografia del Terrore tutti fummo debitori alla Laura e alla Lidia per le spiegazioni in italiano di stampe in tedesco, che altrimenti ci avrebbero limitato alla sola osservazione delle immagini... Il Muro di Berlino invece, esattamente affianco alla Topografia del Terrore, fu un misto di fascino e delusione perché nel mio immaginario, conoscendo varie e drammatiche storie legate ad esso, aveva assunto un aspetto più "terrificante e spaventoso". Anche la visita pomeridiana al campo di lavoro di Sachsenhausen non fu esattamente come l'avevo pensata, per il semplice fatto che mi ero immaginata un luogo più vicino a un campo di sterminio come Aushwiz, mentre lì non era reso appieno l'effetto di dolore e atrocità tipici della repressione nazista: nonostante questo comunque nel varcare la soglia del cancello al di là del quale miglia di persone erano morte, torturate e uccise sempre da altre persone, e camminare sullo stesso suolo dove non molto tempo fa uomini resi bestie da trattamenti disumani vissero un inferno in terra mi bombardò il cervello di pensieri, pieni di punti interrogativi, e per un istante mi salì il magone alla gola, che cercai di soffocare come un rospo troppo amaro da inghiottire.
Il IV giorno fu sfruttato per parlarci anche del dopoguerra, dell'avvento dei sovietici e del periodo della guerra fredda, e ciò ci diede un panorama generale e approfondito di veramente tutta la storia dei regimi totalitari; l'altra mezza mattinata libera per sfogarci in acquisti di ogni genere fu un regalo gradito da maschi e da femmine.
Il ritorno a casa fu un po' più triste perché la consapevolezza che l'avventura che avevamo iniziato insieme come un sogno stava per finire faceva venire i lacrimoni agli occhi un po' a tutti (e non è per dire!)...quindi con gli stessi cori di ringraziamento che col cuore abbiamo cantato sul pullman verso Rimini volevo dirvi altre mille volte GRAZIE per la vostra pazienza, la vostra disponibilità e soprattutto la vostra passione che ci avete trasmesso così gratuitamente con un gran moto di fiducia nei nostri confronti e che io spero, a modo nostro, esservi riusciti a ripagare!
PER FAVORE CHIAMATECI ANCHE PER IL PROSSIMO VIAGGIO!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Valentina Verni - 5° Istituto Scientifico A. Serpieri


CIAO A TUTTI.
VOLEVO ESPRIMERMI LE MIE OPINIONI SUL VIAGGIO STUDIO A BERLINO.QUESTA ESPERIENZA è STATA PER ME BELLISSSIMA.GIA DAL FATTO CHE ERA LA PRIMA VOLTA CHE PRENDEVO L'AEREO.ALLA PARTENZA ERAVAMO DEI GRUPPI SEPARATI PERCHE ESSENDO DI SCUOLE DIFFERENTI E NON CONOSCENDOCI ERAVAMO UN PO PER LE NOSTRE.MA AL RITORNO CI ERAVAMO BEN COMPATTATI E SI ERANO CREATI GRUPPI MOLTO AFFIATATI.MI APETTAVO DI VEDERE UNA CITTA COME LE ALTREE DI FARE UN VIAGGIO NOIOSO E MOLTO PALLOSO VISTO CHE NEL PROGRAMMA AVEVO VISTO VISITE A TUTTE LE ORE DEL GIORNO.SONO RIMASTO MOLTO SORPRESO DALLA BELLEZZA DI BERLINO,E SORPRENDENTE VEDERE L'ASSETTO DI QUESTA CITTA PIENA DI SPAZI VERDI E DI COSTRUZIONI AVENIERISTICHE COESISTERE E DAL SUO MODO DI VIVERE TRANQUILLO PUR ESSENDO UNA TRA LE PIU GRANDI CITTA EUROPEE.I LUOGHI VISTI DURANTE LA VISITA ERANO TUTTI BELLISSIMI,MA QUELLO CHE A ME E PIACIUTO DI PIU E IL MUSEO SULL'OLOCAUSTO CON LA SUA FORMA STRANISSIMA E IL SUO MODO DI MOSTRATI LE ATROCITA IN MANIERA DIVERSA,NON GUARDANDO TESTI E TESTIMONIANZE APPESE A UN MURO MA VIVENDOLE IN MANIERA INTERATTIVA.ANCHE LA VILLA DI WANNSEE MI è PIACIUTA PERCHE MI HA MOSTRATO COME IN UN POSTO COSI BELLO E TRANQUILLO LE AUTORITA NAZISTE PRENDEVANO BRUTALI DECISIONI CON TRANQUILLITA.PUR NON PENSANDOLO E STATO BELLO GIRARE CON I MEZZI PUBLICI PERCHE TI DANNO UN SENSO DI LIBERTA ED E STATO DIFFERENTE DALLE SOLITE GITE.SONO MOLTO SODDISFATTO DI AVER PARTECIPATO AL VIAGGIO PER AVER FATTO NUOVE CONOSCENZE AVER VISTO LUOGHI SOTTO ALTRI ASPETTI.VOLEVO ANCHE DIRE CHE IL RAPPORTO CON LE DIRETTRICI DEL GRUPPO E STATO MOLTO BELLO DIFFERENTE DAL RAPPORTO ALUNNO PROFESSORE SOLITAMENTE AVVENUTO.VOREI FARE UN SALUTO ALLA LAURA FONTA E SCUSAMI PER IL RITARDO.
Emanuele Capponi - 5° Istituto Tecnico Industriale L. Da Vinci


Care Laura, Carla e Lidia,
vi scrivo per ringraziarvi dell'impegno che mettete ogni anno in questo progetto a cui ho avuto, e lo dico sinceramente, l'onore di partecipare. Non parlo soltanto del viaggio finale a Berlino, che è stato, come mi aspettavo, fantastico, ma anche del ciclo di conferenze che l'hanno preceduto. Devo confessare che, soprattutto le prime volte, sono state abbastanza impegnative, anche perché venivano dopo una mattinata di scuola, ma col passare del tempo e soprattutto adesso, mi sono reso conto che sono state molto importanti perché mi hanno permesso prima di tutto di approfondire questi importanti e tragici avvenimenti, e, cosa ancor più importante, di farlo attraverso modalità (la microstoria, le biografie di uomini comuni e non solo quelle dei personaggi più importanti) che a scuola non sono molto comuni e che hanno invece il pregio di rendere la Storia più avvincente e di farla comprendere in termini molto più concreti e realistici. Oltre a queste considerazioni, che penso possano valere anche per altri aggiungo un grazie personale perché, dato come ho fatto Storia a scuola quest'anno, quello che ora so di quegli anni lo devo principalmente alle vostre lezioni.
Per quanto riguarda il viaggio, come ho già detto, è stato fantastico e particolarmente significativi i luoghi visitati. Mi ha colpito più di tutto la Topografia del Terrore perché me la immaginavo completamente diversa. Pensavo, infatti, di trovarmi di fronte a qualcosa di più classico, tipo museo, e non ad un'esposizione all'aria aperta e soprattutto ad un'enorme distesa di nuda terra che, da sola, testimoniasse l'orrore di quel posto. Devo dire quindi che si è trattato di un posto piuttosto particolare ma anche importante perché mi ha fatto riflettere sulla grande importanza che i berlinesi danno al ricordo di quegli eventi, quando sarebbe comprensibile la volontà di dimenticarli. Mi ha invece lasciato un po' stranito il campo di concentramento di Sachsenhausen, perchè me lo aspettavo molto più cupo e spaventoso,anche se, in effetti, sono stati sufficienti i pochi resti delle baracche dei deportati per rendermi conto della situazione in cui erano costretti a vivere. Molto affascinanti, infine, il museo ebraico e il memoriale dell'Olocausto perché sono entrambi luoghi interattivi dove bisogna mettersi in gioco in prima persona con le proprie sensazioni e questo ha il doppio vantaggio di renderti più partecipe e di ricordare meglio quei momenti. Mi è piaciuto molto, in particolare, l'opera d'arte contro la guerra all'interno del museo. Era costituito da una distesa di maschere di metallo, simili ma di dimensioni diverse, e mi ha colpito il fatto che ci si potesse camminare sopra, perché è quanto di più lontano da quello che accade in un normale museo, e durante quest'azione il forte rumore provocato dall'urtare delle maschere tra loro mi ha evocato l'assordante frastuono che c'è in battaglia. Non so se sia un'interpretazione giusta ma mi è piaciuto provarla autonomamente e sinceramente, senza chiavi di lettura esterne.
Concludo ringraziandovi ancora una volta e augurandovi di poter continuare con questo progetto ancora a lungo, perché lo ritengo importante sia come approfondimento di specifici eventi sia, più in generale, come esperienza importante per vedere la Storia da un punto di vista diverso, sicuramente più appassionante ma anche, come già detto,più vero, e credo che sarebbe un vero peccato se questa esperienza dovesse concludersi proprio con noi.
Moretti Enrico - 5° Liceo Scientifico A. Einstein


Ragazzi, bè, come esordire se non ringraziare le persone che ci hanno permesso di vivere un esperienza significativa e importante come quella fatta a Berlino?
Non è semplice descrivere quetsa indimenticabile esperienza, credo che non ci sia niente di più toccante che vedere i luoghi del massacro nazista e ripercorrere la storia di quel periodo, storia che sui muri degli edifici e nelle vie di Berlino si può ancora rpercepire...un segno indelebile.
Il più grande ringraziamento va agli organizzatori di questo viaggio, persone che mi hanno trasmesso il loro interesse per questo squarcio di storia. Non ci sono commenti negativi sull'organizzazione di questo viaggio, per come è stato concepito nei tempi giusti e nei luoghi di maggior impatto.
E' importante che il Comune di Rimini continui a finanziare questa iniziativa.Penso che i giovani abbiano bisogno di questo tipo di esperienza;per me è stata molto significativa, mai e poi mai avrei creduto di percepire così fortemente la tragica vicenda delle vittime dei campi di sterminio nazista.
E' stata un'esperienza umana veramente profonda.
In oltre come non ringraziare tutti gli altri ragazzi che hanno partecipato con me a questa esperienza?In 4 gironi si era creato un gruppo davvero splendido, sono stato davvero bene:non mi dimenticherò facilmente di voi e spero di non perdervi completamente di vista...siete grandi!
Ancora un forte ringraziamento alle persone come Laura Fontana che credono fortemente in questo progetto. Grazie 1000 di tutto!!!
Mattia Cupioli - 5° Istituto per Geometri O. Belluzzi


LA GERMANIA E IL SUO PASSATO: UNA LEZIONE DA MANUALE DI STORIA (ma che purtroppo non c'è)
"Una città che parla non con ciò che si vede, ma con ciò che non si vede" dice Claudio Cassetti. E se la Germania ha iniziato solo ora a fare i conti con la propria storia, anche Berlino, nel suo piccolo, vive il conflitto: il culto dell'ordine e la rigorosa geometria che disegna le strade si arrestano di fronte a improvvisi vuoti, parchi di cemento inedificati o giardinetti di erbacce selvagge, urbanisticamente inespressivi, ma quanto mai emblematici. Infatti sono proprio questi ad attirare lo sguardo del visitatore, incalzandolo ad ogni angolo con interrogativi ingombranti almeno quanto il vuoto edilizio. Ecco allora le due Berlino, non più est e ovest, ma una che abbraccia stretta la modernità, pienamente inserita nel dinamismo economico della società odierna, l'altra che suona note stonate di un passato ancora troppo presente. Un inedito giano bifronte, dunque, al passo coi tempi: c'è voglia di futuro senza dimenticare il passato. E questa è anche la tensione che si riflette nell'animo dei tedeschi, civilissime ed educatissime persone, che non sembrano parenti con quei tantissimi che settant' anni fa diedero il loro consenso a Hitler.
Ci diceva Claudio che non sono un popolo nazionalista e che nemmeno la caduta del muro è riuscita a consolidare un orgoglio patriottico acceso. E la prova l'abbiamo avuta: chiedere di cantare l'inno della Germania si è rilevato fonte di grande imbarazzo per i tedeschi che abbiamo intercettato una sera al Georg Braeu. E questo è un fatto che mi ha lasciato di stucco, perché con l'unificazione mi aspettavo una loro riconciliazione con la storia e non certo un'inibizione così palpabile. E qui mi cade un pregiudizio: il tedesco violento, aggressivo, un po' "nazista" nel temperamento, come l'avevo sempre stereotipato, cede il posto, senza voler generalizzare, a una persona cortese e amabile con grande senso civico (a giudicare dalla pulizia e ordine della capitale). E così dietro ai tanto decantati capelli biondi e occhi azzurri si celano campioni di civiltà e di educazione. Hanno fatto tesoro della lezione storica e, chissà, forse lo sono perché sentono sulla coscienza il macigno dell' Olocausto che li strazia, la responsabilità di una tragedia raccapricciante che li ha visti prima carnefici e poi vittime. E non finirà mai di stupirmi la tenacia e la forza d'animo con cui, all'indomani della resa, si siano adoperati per la ricostruzione e abbiano lanciato immediatamente la Germania sulla strada di un boom economico straordinario. Davvero una lezione per noi italiani.
Io spero tanto che per noi giovani il ricordo di questi eventi non serva ad avvilirci o ad abbatterci, ma a scoprire quell'entusiasmo e quell'anelito ad essere protagonisti, proprio come ha fatto la Germania, macchiata sì per sempre da questo scempio, ma capace di trovare il coraggio sincero di soffrire per questo e di confrontarsi con la propria storia con onestà intellettuale. E questa è un po' la dinamica metaforica di tutti noi: dopo uno sbaglio (di qualsiasi tipo), c'è sempre la possibilità di recuperare, di riscattarsi con se stessi e agli occhi degli altri, attraverso poche parole e tanti fatti concreti, ammettendo alla luce del sole le nostre responsabilità e facendo mea culpa. Questa è la Germania che ho visto, questa la lezione di vita che porto a casa da Berlino. Tale esperienza, come la scorsa ad Auschwitz, difficilmente ci farà ripiombare e vivere nella banalità quotidiana con leggerezza e terrà vivo un insegnamento formativo di cui tutti sentiamo l'esigenza.
Per questo voglio ringraziarti, Laura, per la pazienza e la tenacia con cui ti batti per la realizzazione di questi progetti che riempiono il cuore e la mente affinando la nostra sensibilità. Esser stato con te anche quest'anno si è confermato una grande gioia. Per questo ho partecipato: poter ritornare a casa non mortificato e affranto, ma fortificato interiormente perché avevo conosciuto una persona di ottantasette anni che aveva più energia e attaccamento alla vita di quanto ne avessi io.
La tua compagnia e il lavoro che fai con noi sono preziosi, e tu lo sai. Grazie a Carla, per esserti preoccupata con affettuoso scrupolo di rifornirmi della dispensa e di tutte le informazioni necessarie al viaggio-studio, grazie per i passaggi e complimenti per la tua dimestichezza col tedesco. Ti ringrazio per le traduzioni simultanee che hai fatto per me in aereo con quella signora: un bellissimo gesto. Grazie a Lidia, per la tua utilissima lezione sulla Guerra Fredda (che purtroppo a scuola si continua a non studiare) e per l'ammonimento a vivere da attori e non da spettatori che hai rivolto a noi giovani e che ho sentito sincero e vibrante. Grazie anche per le discussioni che abbiamo fatto per strada e per le delucidazioni sulle vicende degli zingari. Grazie al Comune, che anche quest'anno ha offerto l'opportunità a tante persone come me di partecipare a questo viaggio per sviluppare una coscienza matura e sensibile a una realtà certo agghiacciante, ma colma di una straordinaria carica educativa.
Federico Polverelli


Sono rimasto molto colpito dall'esperienza che ho fatto nel mese di maggio con questo viaggio a Berlino.
Penso che sia stata il perfetto coronamento del mio percorso scolastico in storia perché ho avuto l'irripetibile occasione di vedere una prova concreta di ciò che ho studiato quest'anno.
Oltretutto il periodo considerato ossia il periodo dei totalitarismi in Europa è molto importante poiché costituisce la base su cui fondare una società sempre migliore.
Sono convinto che tutti, soprattutto i giovani, dovrebbero avere l'opportunità di toccare con mano i luoghi in cui si è consumata una delle peggiori pagine della storia umana.
Per esempio la possibilità di visitare un campo di concentramento, quello di Sachsenhausen, mi ha sconvolto ed emozionato perché vedere quei posti ed immaginare che poche decine di anni fa milioni di persone furono uccise proprio lì fa rabbrividire ma allo stesso tempo riflettere. La stessa cosa per la villa di Wannsee dove si decisero i dettagli della cosiddetta soluzione finale.
Inoltre la stupenda città di Berlino, un bellissimo gruppo di ragazzi e un'ottima organizzazione ha coronato al meglio quest'esperienza.
Quindi non posso che dichiararmi soddisfatto di questo viaggio fantastico che ricorderò sicuramente per tutta la vita.
Luca Montanaro - 5° Liceo Scientifico A. Einstein