La Memoria a Rimini 2010

In occasione del Giorno della Memoria 2010 (27 gennaio) il Comune di Rimini ha proposto un ricco programma di iniziative rivolte alle scuole, ma anche a tutta la cittadinanza: testimonianze e incontri di approfondimento, conferenze, appuntamenti teatrali e cinematografici, mostre, viaggi-studio. Un programma che si articola lungo un intero anno scolastico e che, proprio in coincidenza del 27 gennaio, propone alcuni fra i momenti più importanti.

Particolare importanza rivestono gli appuntamenti con i testimoni: l'attuale generazione di studenti e studentesse è l'ultima in grado di ascoltare dal vivo il racconto di coloro che vissero la persecuzione durante il nazi-fascismo e la deportazione nei lager. I ragazzi hanno la possibilità di confrontarsi con il punto di vista di chi ha vissuto e patito gli eventi narrati, consentendo loro di dare un volto e una concretezza umana a quell'immane tragedia che è stata la Shoah.
Martedì 26 gennaio, alle ore 9.30, al Teatro degli Atti (via Cairoli, 40) incontro con Cesare Moisè Finzi (riservato alle classi terze delle scuole secondarie di primo grado di Rimini). Introduce Lidia Maggioli, curatrice delle memorie di Cesare Finzi e autrice di "Qualcuno si è salvato ma niente è stato più come prima" (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2008). Cesare Moisè Finzi ha 8 anni quando nell'Italia fascista del 1938 vengono promulgate le leggi razziali che danno inizio alla persecuzione degli ebrei italiani, privandoli di tutti i loro diritti.
Gli alunni e gli studenti ebrei, così come gli insegnanti, vengono espulsi da tutte le scuole pubbliche. Cesare è quindi costretto a frequentare privatamente anche la scuola media, tra i cui insegnanti ha la fortuna di trovare il grande scrittore Giorgio Bassani. Dopo l'8 settembre 1943 e la fine dell'alleanza italo-tedesca, incomincia la fase più radicale della persecuzione contro gli ebrei italiani, da allora costretti a fuggire o a nascondersi per tentare di scampare all'arresto e alla deportazione. La famiglia dei Finzi lascia Ferrara e incomincia un disperato girovagare per città e paesi, da Ravenna a Gabicce, da Cattolica a Morciano a Mondaino e Montefiore, tra umiliazioni e paure, per cercare un rifugio e sfuggire ai rastrellamenti. Riesce a salvarsi grazie anche all'aiuto, al coraggio e alla generosità di persone che non esitano a prestarle soccorso, fornendo a tutti i suoi membri un'identità falsa che nasconda la colpa di essere nati ebrei. La storia di Cesare Finzi e della sua famiglia è raccolta nel libro autobiografico intitolato "Qualcuno si è salvato ma niente è stato più come prima", a cura di Lidia Maggioli (Cesena, Il Ponte vecchio, 2006). La stessa, a quel tempo Preside del Liceo Scientifico Serpieri di Rimini, nel 1996 ha trovato il nome di Cesare Finzi nell'archivio scolastico, in una cartella con la corrispondenza del periodo bellico e di quello immediatamente successivo. Il riferimento al ragazzo, iscritto nel 1944/'45 alla classe seconda, era contenuto in alcune lettere in cui si chiedeva l'esonero dalla religione e il nulla-osta per il trasferimento al Liceo di Ferrara non appena fosse stato possibile. Lidia Maggioli, decisa a cercare quell'antico alunno, ha trovato un uomo maturo che aveva già nel cassetto le sue memorie. Ne è nata una fitta collaborazione per far sì che il testo fosse comprensibile per tutti e in modo particolare per gli studenti, grazie anche all'inserimento di schede esplicative sui termini ebraici e sulle ricorrenze principali, oltre che a documenti storici e fotografici.
Cesare Finzi ha inoltre presentato il suo libro Il giorno che cambiò la mia vita (Topipittori, 2009) giovedì 21 gennaio e mercoledì 3 febbraio, al mattino, nella Libreria Viale dei Ciliegi 17. Gli incontri erano rivolti a classi di scuola secondaria di primo grado, su prenotazione. Sempre martedì 26 gennaio alle ore 17 (Cineteca Comunale, via Gambalunga, 27) e alle ore 18.30 (Casa Pomposa, via Pomposa) reading audiovisuale aperto al pubblico (ingresso libero) condotto da Davide Barzi, curatore della mostra (assieme a Paolo Guiducci) Lacrime, lupi e tragici topi.
Come i fumetti hanno raccontato la Shoah. Attraverso la proiezione di tavole tratte da albi a fumetto come "Maus" di Art Spiegelman e "Auschwitz" di Pascale Croci, oltre a storie che hanno come protagonisti popolari eroi come Dylan Dog e Wolverine, Barzi proporrà al pubblico una riflessione su come il fumetto ha affrontato un tema così difficile come quello della Shoah.